Uccidere non è un diritto, è un delitto

Ancora una volta, purtroppo, è andata come avevamo previsto e apertamente denunciato nel 2017: la legge 219 sulle Disposizioni Anticipate di Trattamento apre la strada all’eutanasia attiva e ad ogni altra modalità di offesa della vita umana, proprio a partire dalle persone più fragili. L’avevamo denominata “la via italiana all’eutanasia”, prendendoci il vergognoso e disonorevole palmares di essere la quarta nazione in Europa a legalizzare la morte provocata per via medica.

La Corte Costituzionale, chiamata in gioco dalla vicenda Cappato/Antoniani circa la legittimità costituzionale dell’articolo 580 C.P., rilevando una sorta di incompletezza della legge 219 sul fronte suicidio assistito/eutanasia attiva, aveva chiesto al legislatore di colmare il “vuoto” entro un anno dall’Ordinanza 207. Il legislatore non è intervenuto – peraltro una delle due Camere parlamentari, il Senato, non è stato neppure interpellato! – e, dunque, la Consulta ha fatto il suo lavoro, dichiarando incostituzionale il 580 e legittimando di fatto l’incivile pratica che prevede di aiutare a suicidarsi una povera persona “disperata”. Già, perché sfoltita di tutti i fronzoli ed orpelli degli ideologi e dei legulei, di persona disperata si tratta: un uomo che decide di uccidersi o di farsi uccidere è perché è sprofondato in un abisso di sofferenza esistenziale che lo annienta e gli impedisce di scegliere la vita.

E la società, l’unica risposta che è capace di dargli è: “Ci penso io. Ti uccido io!”. Questa è la nuda, cruda e brutale sostanza del fatto: uccidere un essere umano “poverissimo”, derubato anche della speranza. Dobbiamo ripeterlo con forza, dobbiamo gridarlo nelle piazze e dai pulpiti, dobbiamo insegnarlo nelle scuole e negli oratori: uccidere non è un diritto, è un delitto, il suicidio è un atto tragico che si ha il dovere morale di fermare, opponendovisi con tutte le forze. La compassione e la pietà vere significano “farsi carico” di chi è nel bisogno, non certo uccidere con un farmaco letale, anestetizzandosi la coscienza perché “me lo aveva chiesto lui”!