La strategia dei violenti va arginata

Nell’ultimo mese in Italia le cose si sono molto chiarite riguardo la natura di buona parte della politica nostrana e dei posizionamenti avuti non sempre decifrabili in questi ultimi lustri così instabili. La guerra in Ucraina, essendo un evento estremo, ha squarciato molti veli, provocato contraddizioni, ha illuminato ogni luogo occupato da ambiguità, ha svelato comportamenti di buona parte della classe dirigente, ha portato in superficie i danni di una sapiente disinformazione veicolata attraverso i social che ha impegnato “entità” straniere e autoctone interessate alla destabilizzazione del nostro paese, alle affermazioni di alcuni schieramenti politici, alla crescita del discredito delle istituzioni della Unione Europea con il proposito di frenare il processo costitutivo dell’Europa Federale.

Insomma gli scopi sono stati quelli di favorire interessi politico-economici di paesi come la Russia e dei suoi alleati e a veicolare il falso mito sovranista, con tanto di leader di riferimento mondiale come Putin. Questa offensiva che dura ormai da svariati anni ha potuto contare da un terreno già dissodato dagli anni 50, costituito da posizionamenti anti atlantici sostenitori passati dell’internazionale comunista, e da residui nostalgici del regime mussoliniano, in cerca di un nuovo “uomo forte” per il secolo nuovo. Nella sostanza queste antiche appartenenze che sostanzialmente possiamo definire proto-populiste, a causa delle dinamiche indotte dai due blocchi imperanti prima della caduta del muro di Berlino, inseguivano il consenso a tutti costi esasperando il clima politico aldilà degli interessi nazionali.

A ben vedere, dai cascami di quelle appartenenze si è condensato il substrato per l’affermarsi di un malinteso sovranismo, e dell’espandersi del populismo più che in qualsiasi altro paese occidentale. Infatti, nonostante la Russia abbia invaso deliberatamente l’Ucraina in dispregio delle convenzioni internazionali, radendo al suolo intere città ed uccidendo civili con un cinismo neanche riscontrabile nella triste storia del secondo conflitto mondiale, costoro o hanno propagandato una linea pacifista strumentale che sostanzialmente boicotta ogni riorganizzazione militare europea per fronteggiare altri eventuali attacchi della Russia all’Europa, o diffondono teorie surreali che la guerra sarebbe stata provocata dalla Ucraina (paese sovrano), per la sua indisponibilità ad assecondare le pretese russe che la vorrebbe nella migliore delle ipotesi, un protettorato di Mosca.

Sono gli stessi ambienti che hanno intossicato con fake news il paese per negare la letalità della pandemia in corso, che ha spinto l’Italia a non darsi una equilibrata programmazione energetica per sottometterci al monopolio russo: insomma gli stessi che hanno indebolito la democrazia italiana alimentando un sentimento iconoclasta, che hanno svuotato il senso del ruolo dei partiti politici attraverso sistemi elettorali privi di controllo popolare, ed ancora provocando la fine del finanziamento pubblico della politica, che in assenza, ha permesso a potenze straniere contrarie alle nostre storiche alleanze, di finanziare i nostri stessi partiti.

Anche altri paesi sono stati avvelenati, ed è arrivato il momento di reagire se non vogliamo cadere nella trappola di regimi dittatoriali che si propongono futuri scenari di dominio nel mondo. Il tema della riorganizzazione militare europea è un tema che si impone comunque come possibilità deterrente per difesa da opporre alle mire dei nemici della democrazia e dell’Europa. Infatti mentre in Italia assistiamo ad iniziative di improbabili pacifisti, l’Ucraina subisce azioni prossime al genocidio, e la Cina costruisce ben 14 portaerei.

Come si sa, chi costruisce queste enormi navi per trasportare aerei non lo fa per difesa della propria nazione, ma per conquistare le nazioni altrui. Con le portaerei si dotano di piattaforme mobili per farne avamposti per aggredire altri. Ma di questi oscuri accadimenti non se ne parla. È venuto il tempo per aprire gli occhi per capire da dove proviene il male, e soprattutto come costruire la pace, quella garantita certamente dal rispetto degli altri, dalla solidarietà e dalla giustizia sociale, ma sicuramente anche contenendo i violenti seriali.