Stati disUniti d’Europa

d'angeloIn questi giorni stiamo assistendo ai vari dibattiti sulla problematica degli emigranti che sta ponendo gravissime difficoltà agli Stati Disuniti d’Europa. Per anni la nostra Nazione ha invocato il coinvolgimento dell’Europa sull’emergenza, ma era evidente che gli appetiti di alcune Nazioni sulle opportunità di sfruttare risorse negli Stati poveri dell’Africa ha rallentato l’interesse ad ogni dibattito.

Oggi tutti invocano un’Europa forte che riesca a fermare l’esodo, alcuni Stati creano steccati e alzano reti ai confini, altri cercano di difenderli con le Forze Armate. Il problema è concentrato dai media sulle carrette del mare, destinate ad affondare con il loro carico umano di donne, bambini ed uomini. Eppure dal mare sembrerebbe arrivare solo il 25% dei migranti.

L’Europa, vista dall’Africa come terra di Paradiso, mostra ogni giorno tutta la sua debolezza; e quanto avvenuto nei Centri di Accoglienza anche in Italia, testimonia ancora una volta l’egoismo dell’uomo che vuole speculare su tutto, anche sulla sofferenza del proprio simile.

Cosa fare, a questo punto? Continuare ad investire su mura e steccati o affrontare il problema che ogni giorno diventa più grande? L’Europa non può più difendersi dall’esodo, se non attuando una politica che riesca a coinvolgere gli Stati da cui sta espatriando il maggior numero di emigrati.

Nell’Expo abbiamo avuto la dimostrazione che le Nazioni possono parlare tra loro sui grandi temi che interessano l’uomo. Il Santo Padre nell’ultima Enciclica ha posto l’attenzione della Chiesa, che dovrebbe essere attenzione dell’Uomo ,al grande tema del rispetto dell’ambiente.

Laudato sì… Come l’abbiamo lodato fino ad oggi questo nostro mondo? Un terzo degli abitanti del mondo ha affamato e sfruttato i tre quarti del restante dell’intero pianeta. Ha tratto profitto dalla povertà dell’altro, quel prossimo che avrebbe dovuto amare “come se stesso“.

Questa tremenda verità dovrebbe diventare motivo di riflessione e forse di confessione e ravvedimento operoso da parte della nostra società chiamata oggi a confrontarsi con il resto del mondo. La nostra è una società fondata sul consumismo. Abbiamo voluto “ revisionare “ i principi dell’etica, sovvertendo le leggi in natura, promosso leggi contro la vita, sullo sfruttamento delle persone, sul favoreggiamento della tratta degli esseri umani. Abbiamo giustificato l’offesa della dignità della persona e anche oggi, attraversando le nostre strade, ci giriamo dall’altra parte guardando un povero, una prostituta, un malato o una persona uccisa.

Oggi forte è il richiamo del Signore, davanti al corpo senza vita di Abele che ci dice: “Tu dov’eri?” I nostri governanti dovrebbero accelerare i colloqui con gli Stati degli altri continenti, attuare misure di coordinamento dei soccorsi a favore di quegli Stati, aggiornare le leggi ed i protocolli sulla definizione dei rifugiati, protocolli ancora fermi nelle linee guida al 1951; abbiamo un esodo molto limitato collegato alla figura del rifugiato, oggi l’emergenza è collegata allo stato di indigenza e povertà dei richiedenti l’asilo politico, il che deve impegnarci a concrete misure di solidarietà nei confronti dei Paesi in difficoltà.

In caso contrario l’esodo si trasformerà in “invasione“ e saremo costretti a soccombere; la nostra “grassa Europa“ sarà costretta a cure di dimagrimento immediate che ne determineranno la rapida malattia, se non l’estinzione.