Solidarietà, sviluppo, innovazione: la panacea per il rilancio

In relazione alla Fase 2, ci si trova ancora in una situazione di emergenza alla quale si può porre fronte, ma per la quale occorre una strategia. Questa è l’impressione sul nuovo Dpcm, anche se in dettaglio è difficile poter fare una panoramica esaustiva. Molte cose sembrano essere rinviate a provvedimenti applicativi. Essendo un decreto legge, se il Parlamento ha forza e fantasia può migliorarlo. Sul piano europeo, per quel che riguarda il Fondo che verrebbe costituito, i 500 miliardi, sembra tutto in fase di costruzione. L’auspicio è che si tratti di somme date quasi a titolo indennitario anche se la posizione sembra essere quella di “prestiti sì, regali no”. D’altra parte, il successo che sta avendo, giustamente, il Btp Italia, ha un dato molto positivo: risorse che vengono messe per i cittadini per un interesse comune. Ma dall’altro convalida la posizione di alcuni Paesi, Germania in primis, che invitano a non chiedere che siano gli altri a pagare.

I contributi arrivano in parte con risorse dello Stato aumentando il bilancio e in parte ricorrendo al mercato finanziario e non è detto che i fondi arrivino in Italia. Innanzitutto andranno ai Paesi più deboli. Altra cosa: abbiamo capacità di spesa? Fra i rimproveri che ci fanno in Europa, c’è il non aver attinto ai fondi strutturali… Certamente c’è da assistere, perché chi non ha dev’essere salvaguardato ma non bisogna dare l’idea di uno Stato assistenziale o assistito. Bisogna creare lavoro, poiché il lavoro è dignità. Benissimo le risorse ai parrucchieri che hanno chiuso per due mesi. Non si tratta di dire “no” dove c’è bisogno.

L’importante è non dare un’immagine assistenziale ma propositiva e di aiuto allo sviluppo. Quindi creare lavoro, che dev’essere l’obiettivo: questa non è solo una operazione di giustizia ma anche di dignità. Questo implica che, certamente, lo Stato deve fare la sua parte ma anche i cittadini, le imprese e tutto il sistema Paese. Il Decreto legge è uno strumento complesso per le dimensioni che ha assunto, avrebbero forse potuto spacchettarlo e, in qualche caso, sembra piuttosto che siano recuperate delle proposte che erano nel cassetto. Se il Parlamento farà correttamente la sua parte, prestando attenzione ad avere delle linee strategiche non per i prossimi sei mesi ma per i prossimi anni. Come recupera, il Paese, rispetto a una caduta così vistosa? Bisogna avere l’idea di questo, secondo linee di solidarietà, sviluppo, innovazione, lavoro e ammodernamento dell’amminstrazione.