Sogno un mondo senza spine

A Pescara in una casa in costruzione abbandonata mentre andiamo con l’amico Luca e i ragazzi della “Capanna di Betlemme” di Chieti a trovare il nostro amico Marco. Marco ci dice sempre la stessa cosa, cioè che si libera da solo da quella merce che dona distruzione e morte a lui e tutte le persone che stanno lì. Mi giro e sento la voce di un tipo dietro di me che stava dentro una “tana” scura: “Fratello, attenzione, perché per terra ci sono delle siringhe e vai nudo ai piedi con i sandali”.

Guardo il suo volto illuminato solo dai lampioni intorno è tutto oscuro gli dico: “Come ti chiami?”. Lui mi risponde: “Edoardo” e mi fa vedere il tau che porta e mi dice che san Francesco è stato il primo punkabbestia della storia. Lo guardo negli occhi fisso e gli dico: “Caro Edoardo, sogno che la prossima volta che ritorno non ci siano più queste spine per terra che non solo possono fare male a me, ma fanno male a te e sono come le spine della Passione del Signore”.

Mi guarda e mi racconta tutta la sua vita: ha tutta la sua famiglia contro, vive con sua madre, ma non ce la fa più con lui che si droga, mi parla di suo padre che gli ha regalato tanti vestiti e cose, ma mai una carezza o un abbraccio. Per lui il mondo è marcio, la colpa è degli altri (della società, dei politici) e chi è buono e sensibile fa questa fine: spararsi nelle vene il veleno della droga. Poi mi dice: “Se nel mondo ci sono delle persone come voi significa che c’è ancora il bene e c’è anche Dio perché siete venuti qui dove nessuno ci viene neanche le forze dell’ordine”.

Lo saluto e lo abbraccio e gli dico: “Ricordati sempre il mio sogno quello di un mondo senza spine”. Quando stiamo per uscire da questo edificio i miei occhi vanno su un muro tenebroso e leggo questa scritta: “Il Re nudo” e affianco un grande caprone con le corna grandi e rivolte verso chi si avvicinava lì. Sento un brivido e una brutta sensazione interiore e penso dentro di me che in questo luogo hanno fatto una messa nera. Prego in silenzio e benedico il muro.

La mattina successiva mentre celebravo la messa pensavo a tutto questo e riflettevo che la chiesa di Satana è oscura, triste, ti dà la droga e ti conduce alla morte; al contrario, invece, la Chiesa di Dio è illuminata, gioiosa, ti dà l’Eucarestia e ti conduce alla vita. Uno può scegliere che chiesa frequentare, se quella della luce o quella delle tenebre. Una settimana dopo ritorno con gli altri della comunità e rimaniamo tutti meravigliati, perché in quel muro non c’era più niente, avevano cancellato tutto. Ho sussultato di gioia e ho detto che questa è la forza e la potenza di una benedizione (alcuni sacerdoti non ci credono nell’efficacia di questo sacramentale) allontanare le tenebre e far regnare la Luce.