Si risveglino le coscienze

Benedetto XVI equiparò la crisi della società italiana ed europea a quella dell’Impero Romano nella fase ultima della sua decadenza. Oggi, abbiamo più consapevolezza, a livello generale, di questa crisi che si è accentuata con l’impatto delle immigrazioni di massa, spesso pilotate da poteri e interessi, anche della malavita e anti cattolici. Un’invasione che ci ha trovato e ci trova impreparati politicamente e socialmente a gestire un’accoglienza con sistemi sociali basati su normalità e convivenza civile e dignitosa. Purtroppo siamo in un’emergenza continua senza una visione adeguata alle nuove situazioni della storia nell’era digitale e della società della globalizzazione.

Oggi, in Italia, è urgente che la coscienza di tutti, senta di doversi interpellare e di dover dare una risposta politica non solo individuale, ma collettiva e come Paese. A breve saremo chiamati a farlo in elezioni politiche e non potremo certo disertare le urne elettorali. Non è il momento degli opportunismi e dei calcoli mediocri e di piccolo cabotaggio.

E’ il momento nel quale inopinatamente ed imprevedibilmente la Storia bussa alla porta di ogni cittadino italiano e di ogni cattolico che è dormiente in un’afasia che ci avvince da oltre 20 anni rendendoci insignificanti nelle decisioni politiche. Oggi è urgente il risveglio e il riscatto di una intera generazione di cattolici, di anziani e di giovani che possano prendere nelle loro mani il loro futuro, che possano riacquistare fiducia nell’Italia per vivere nel più bel Paese del mondo che si è purtroppo molto degradato socialmente, economicamente e moralmente.

Servirà una nuova Etica delle virtù umane a tutti i livelli nel tempo della società della globalizzazione. Non c’è più tempo da perdere, né per le generazioni che affrontano “l’ultimo miglio“, né per le generazioni meno anziane e nemmeno per i più giovani o come si usa dire per “i millennia“.

Tutti sentiamo e dobbiamo manifestare pubblicamente e politicamente la Fede Cristiana e di Cattolici della Chiesa di Roma e dobbiamo farlo attraverso le opere e l’impegno di laici nella società, come ci hanno insegnato i Politici con la P maiuscola, che sono sempre attuali per il loro pensiero e insegnamento: Alcide De Gasperi, Don Luigi Sturzo, Aldo Moro e Magistrati che hanno sacrificato la loro vita per aver combattuto la mafia: Borsellino, Falcone, Livatino e i Santi che abbiamo conosciuto negli ultimi 50/60 anni: Padre Pio, José Maria Escrivà, Giovanni Paolo II, Madre Teresa di Calcutta.

E’ il tempo per riconciliarci tra noi cattolici, dispersi in tantissimi cespugli, che, pur se lodevolmente impegnati nel volontariato, nell’assistenza agli anziani e tante altre attività, non abbiamo una vera e degna rappresentanza politica che possa tutelare con leggi la realizzazione del bene comune al quale miriamo le nostre azioni.

Tutto questo è accaduto, accade e rischia di accadere ancora se le deleghe ai politici come da oltre 20 anni, verranno date anche a persone inaffidabili, disoneste e disposte a corrompere e a farsi corrompere nella gestione delle risorse pubbliche. Si tratta di persone che una volta elette in Parlamento tradiscono le loro promesse e cambiano la loro adesione a partiti politici del tutto opposti a quelli nei quali sono stati eletti.

Interpelliamoci, subito, sui bisogni della società italiana, sulle urgenze delle nuove povertà, sui gravi problemi che affliggono la famiglia antropologica, di un uomo e una donna e dei loro figli, sui temi etici della tutela della vita con l’indifferenza più generale di fronte alle centinaia di migliaia di aborti ogni anno.

A tale proposito, ricordiamoci come Santa Teresa di Calcutta, accolse il Premio Nobel per la Pace: “Ma io sento che il più grande distruttore della pace oggi è l’aborto, perché è una guerra diretta, un’uccisione diretta, un omicidio commesso dalla madre stessa […] Tante persone sono molto, molto preoccupate per i bambini in India, per i bambini in Africa dove tanti ne muoiono, di malnutrizione, fame e così via, ma milioni muoiono deliberatamente per volere della madre. E questo è ciò che è il grande distruttore della pace oggi. Perché se una madre può uccidere il proprio stesso bambino cosa mi impedisce di uccidere te e a te di uccidere me? Nulla”.

Ricerchiamo, quindi, la “pace personale e della comunità” attraverso lo Spirito di Dio, l’Eucarestia, per essere più forti nelle difficili prove della vita e ricordandoci sempre che non conosciamo l’ora quando, presto o tardi saremo giudicati, sì con la Misericordia, ma anche senza più Appello. Ricordiamoci che l’eternità dell’Inferno esiste e che potrebbe riguardare ognuno di noi. Riaggreghiamoci politicamente con un manifesto, un programma, con priorità e scegliamo persone degne e desiderose di mettersi a “servire la Politica e non a servirsi della politica”