Chi stabilisce nella Chiesa che una dottrina è eretica? Certamente non basta il parere di un gruppo di fedeli, per quanto esperti in materia. Soprattutto se il risultato è quello di gettare ombre e discredito sulla figura e l’autorevolezza del Romano Pontefice. Ma è proprio questa l’impressione che si ricava nel leggere la lettera firmata da una sessantina di sacerdoti e laici che pretendono di correggere Papa Francesco sui contenuti dell’esortazione apostolica Amoris Laetitia. E anche le modalità scelte nel rendere pubblica quella che viene considerata una “correzione filiale” nei confronti di sette (presunte) eresie lasciano perplessi. Peraltro il nome più noto tra i firmatari è quello di Ettore Gotti Tedeschi che ha già aggiustato il tiro. Secondo l’ex presidente dello Ior il documento “è una supplica scritta da teologi, non parla di eresie ma dice che indirettamente potrebbe facilitare eresie. Sia chiaro: io non accuso il Papa, io gli voglio bene. Io sono per la Chiesa e per il Papa e non mi distaccherò mai né dalla Chiesa né dal Papa. Il documento è un atto devoto, un invito alla riflessione”.
Accuse…
Eh no. Con buona pace del banchiere, il documento non è firmato solo da teologi (un paio di esempi: ci sono anche lo storico Roberto De Mattei, uno dei più feroci critici dell’attuale Pontefice, e il superiore dei lefebvriani mons. Bernard Fellay, di sicuro non in piena comunione con Roma…) ed è un vero e proprio atto d’accusa nei confronti del Papa. Basta leggere alcune affermazioni “categoriche” nella prima pagina della “correctio”: “È stato dato scandalo alla Chiesa e al mondo, in materia di fede e di morale, mediante la pubblicazione di Amoris Laetitia e mediante altri atti attraverso i quali Vostra Santità ha reso sufficientemente chiari la portata e il fine di questo documento. Di conseguenza, si sono diffusi eresie e altri errori nella Chiesa; mentre alcuni vescovi e cardinali hanno continuato a difendere le verità divinamente rivelate circa il matrimonio, la legge morale e la recezione dei sacramenti, altri hanno negato queste verità e da Vostra Santità non hanno ricevuto un rimprovero ma un favore”.
…e minacce
In realtà tutto il documento è un alternarsi di toni ossequiosi e velate minacce. A pagina 2, per esempio, si legge: “Santo Padre, il ministero petrino non Le è stato affidato perché imponga strane dottrine ai fedeli”. E poco dopo (non prima di aver ricordato che l’infallibilità del Papa ha limiti precisi) si arriva ad insinuare che il Pontefice possa addirittura essere il responsabile di un prossimo scisma: “quei cattolici che non afferrano chiaramente i limiti dell’infallibilità papale sono condotti, mediante le parole e le azioni di Vostra Santità, in uno di due errori disastrosi: o arrivano ad abbracciare le eresie o (…) dubiteranno delle prerogative dei papi o le negheranno. Altri fedeli sono portati a mettere in dubbio la validità della rinuncia del Papa emerito Benedetto XVI. In tal modo, l’ufficio petrino (…) è strumentalizzato al punto di aprire una strada all’eresia e allo scisma“. I firmatari accusano anche Papa Francesco di mettersi in contrasto con i suoi predecessori, infliggendo all'”autentico magistero papale” una “ferita che potrebbe non rimarginarsi presto” e affermano di agire nell’interesse dei “nostri fratelli cattolici”.
Peccato e comprensione
Ora, è vero che alcuni passaggi di Amoris Laetitia non sono di semplice interpretazione. Ma da qui ad accusare il Papa di essere un modernista e un fan di Martin Lutero e della sua visione del matrimonio (come è scritto nella seconda parte della lettera) ce ne passa. Forse bisognerebbe fare lo sforzo di non vedere tutto nero o tutto bianco. Francesco ha detto più volte che la dottrina sull’indissolubilità del matrimonio non cambia. Ma quello che è cambiato è il contesto, la situazione della famiglia nel suo insieme. Da “Familiaris Consortio” sono passati 36 anni e le cose non è che siano andate migliorando. Si dirà che anche al tempo di “Humanae Vitae” Papa Paolo VI era andato controcorrente, consapevole di scontrarsi con la mentalità edonistica che si stava diffondendo sempre di più nella società. Però è necessario anche mettersi nella prospettiva del Papa attuale. Che non ha sdoganato convivenze, divorzio e relazioni adulterine. Questi sono e restano peccati. Il problema è come riavvicinare i peccatori. La verità sul matrimonio non cambia. Tuttavia come Mosè concesse agli ebrei l’atto di ripudio “per la durezza del vostro cuore”, oggi bisogna recuperare tanti cuori induriti e indifferenti al richiamo di Dio. Sicuramente occorre ricordare qual è il disegno di Dio sulla famiglia ma quanti sono quelli in grado di comprenderlo fino in fondo? L’obiettivo del Papa è riportare nell’ovile le pecore sperdute e probabilmente ritiene che non sia praticabile la strada di un aut aut. Il rischio può essere quello di favorire un certo lassismo morale? Forse. Ma chi è già consapevole di quanto esige il Vangelo e della sua bellezza non dovrebbe sentirsi “penalizzato”. Altrimenti si comporterebbe proprio come il figlio maggiore della parabola del figliol prodigo.