Riforma della Pubblica amministrazione e della Giustizia: le criticità che si possono incontrare

La riforma della Pubblica amministrazione e quella della Giustizia sono due obiettivi importanti per il nostro Paese. La Pubblica amministrazione è l’apparato con cui il governo e l’esecutivo svolgono la loro attività, erogano servizi per la cittadinanza e le istituzioni, perciò la sua funzionalità è essenziale, tanto più se si considera che circa il 50% della spesa, è spesa pubblica. La Giustizia deve costituire una garanzia per i tutti i cittadini. Sono due elementi fondanti per il nostro Paese: se non funziona la Pubblica amministrazione non vengono erogati servizi, non possono essere fatte correttamente le opere pubbliche, non c’è una gestione efficiente come dovrebbe essere quella di ogni organizzazione.

Portare a termine queste riforme è un percorso, non c’è una soluzione risolutiva che si può mettere in atto muovendo la bacchetta magica. Per la Pubblica amministrazione esiste un ministero che era nato per riformare e riorganizzare, ma occorre grande perseveranza, pazienza e incidenza, rivendendo l’organizzazione degli uffici, come oramai è necessario per il loro funzionamento anche sulla base delle innovazioni tecnologiche, rivedere la disciplina della procedure e rendere meno costosa l’amministrazione: questo non significa pagare di meno i dipendenti, ma la funzione che svolge. Ogni ritardo che si verifica si percuote sull’economia.

La riforma riguarda anche le procedure che devono essere semplificate e un complessivo mutamento sulla base dell’uso avanzato delle nuove tecnologie informatiche che non possono essere una replica delle procedure e tecniche di lavoro esistenti.

Una discorso in parte simile può essere fatto per la giustizia per la quale ci può essere l’illusione che cambiando le regole processuali la giustizia sia più blanda. Già sono state fatte riforme che hanno abbreviato le regole processuali. Ad esempio il processo si chiude, ma poi all’interno dello stesso ci sono dei tempi morti perché c’è un peso eccessivo di processi rispetto ai processi che possono essere smaltiti. C’è un arretrato molto consistente, all’incirca a un anno di attività di un ufficio giudiziario senza nessuna sopravvenienza, che costituisce un fardello e deve essere risolto, altrimenti qualsiasi riforma è destinata a non dare i risultati che si attendono.

Le criticità che si potrebbero incontrare in questo percorso verso le riforme sono di carattere generale: ogni riforma modifica abitudini, piccoli poteri e ogni innovazione in qualsiasi settore incontra delle resistenze. Ci possono essere resistenze di corporazioni, gruppi e apparati che tendono a conservare il loro potere, ma questo è proprio degno della responsabilità del mondo politico che deve analizzare, procedere nell’individuazione di quelli che sono gli interessi che devono essere curati.