Quanto incide sul bilancio delle famiglie il caro carburanti

Stazione di servizio rifornimento carburante / foto Daniele Buffa/Image nella foto: distributore di benzina

Il caro carburante, nel nostro paese, sta provocando ripercussioni molto gravi. Ovviamente, la prima, è l’aumento che, gli automobilisti, registrano per fare il pieno di benzina il quale, secondo i calcoli eseguiti, è pari a 360 euro in più all’anno. Una ulteriore questione, ancora più grave, riguarda i correlati aumenti dei costi di trasporto, degli alimenti e delle merci, che si riverseranno sui prezzi dei beni di prima necessità nonché di tutto il mercato i quali, è bene ricordarlo, in Italia, vengono trasportati, in misura maggiore, su gomma. Ciò inciderà molto negativamente sul tasso di inflazione che farà aumentare in maniera generalizzata i costi e, pertanto, non scenderà.

Questo è molto grave, perché farà incrementare anche il costo del denaro che, conseguentemente, farà segnare due effetti molto negativi. Uno è l’aumento del costo dei mutui e dei prestiti per le famiglie e di tutti coloro che si sono indebitati. L’altra questione assai grave che, l’aumento del costo del denaro produrrà, è la maggiore spesa che sarà necessaria per effettuare gli investimenti necessari per il nostro paese e, conseguentemente, la dequalificazione della quantità economica del Pnrr e il correlato aumento del costo del denaro necessario per compiere gli stessi. Questi elementi sono assai gravi in quanto, sugli investimenti, incidono molto lo sviluppo ed il lavoro, in particolare per i giovani.

Sicuramente, per evitare tali aumenti, non si sarebbe dovuto azzerare la detassazione e far innalzare di 30,5 centesimi al litro il prezzo della benzina. Si sarebbero dovute fare altre manovre, se mancano le risorse, non si prendono facendo operazioni di questa natura che hanno tali ricadute negative. Era necessario invece, prenderle in altri modi, ad esempio modificando l’IRPEF per redditi più alti e immettendo una patrimoniale, ma non intaccando il costo del carburante o prendere risorse dai pensionati, i quali si sono visti tagliare la cosiddetta perequazione in difesa dell’inflazione, pari a tre/quattro miliardi che, sommati ai dodici provenienti dall’aumento del costo dei carburanti, fanno sì che, la manovra economica, in buona sostanza, è stata pagata dai cittadini italiani. Ciò non va bene, soprattutto in riguardo allo sviluppo del Paese.