Le parole d’ordine da cui far ripartire la nostra economia

Il 2020 non è sicuramente stato un anno facile per gli italiani. La pandemia ci ha sorpreso violentemente causando una crisi economica senza pari che a sua volta ha contribuito ad accrescere l’incertezza economica in cui vivono molte persone. La salute economica delle famiglie si è molto ridotta e questo ha portato anche ad un calo dei consumi.

La nostra economia ha subito un colpo molto duro: avere molti lavoratori in cassa integrazione, mentre per gli autonomi il lavoro si è ridotto notevolmente. La crisi sanitaria, traducendosi in un crisi economica molto importante, ha determinato anche la diminuzione del potere di acquisto. Si pensi che il Pil è diminuito di circa 10 punti percentuali. Le famiglie hanno ridotto fortemente i consumi, ad eccezione di quelli relativi alla nostra alimentazione. Ma anche il settore dei prodotto ortofrutticoli ha avuto un forte calo, soprattutto legato alla chiusura o parziale apertura di bar e ristoranti. La mancanza di turisti, sia quelli interni che esterni, ha comportato un impoverimento complessivo.

Da questo punto di vista la situazione è molto negativa e si spera di uscire sia dalla pandemia, grazie ai vaccini, sia dalla crisi economica grazie al piano di rilancio, confidando di poter recuperare quanto si è perso nel 2020, ma anche in questo primo periodo del 2021.

Per rilanciare la crisi economica ci sono due fatti positivi. Primo: è scattata, facendo risvegliare un po’ la nostra Europa, la solidarietà fra i Paesi europei; è un dato importante perché ha consolidato il sistema Europa. Secondo: questa solidarietà si è tradotta in tante risorse. Oltre 200 miliardi saranno, anzi devono essere utilizzati per il rilancio della nostra economia.

E’ chiaro che non sarà tutto come prima. La nostra economia deve essere rilanciata su parole d’ordine un po’ diverse rispetto al passato: deve essere sostenibile, ecocompatibile, è necessario rilanciare tutti i sistemi di comunicazione, specialmente quelli in remoto, si deve investire sulle line di telecomunicazioni, sulla fibra ottica, cioè tutto ciò che è il futuro. Inoltre, fare investimenti in infrastrutture che permettano uno sviluppo più equilibrato, più ecosostenibile e che vada nella direzione di un’economia diversa dal passato ma che dia una risposta importante ai problemi legati alla disoccupazione, in particolare quella giovanile.