Cosa succederà in questo delicato mese di ottobre con la pandemia?

Cosa succederà in questo delicato mese di ottobre con la pandemia? Prima di rispondere, una premessa. In generale è necessario riportare l’attenzione sulle malattie infettive come rilevante causa di mortalità e morbidità, sottolineando l’importanza di fornire un’adeguata preparazione alle nuove generazioni di medici e predisponendo per tempo strutture idonee per fronteggiare l’emergenza epidemica. Sulla possibilità che si arrivi a un ampliamento dell’obbligo vaccinale, come medico sono favorevole alla massima copertura vaccinale.

Ma come accade in altri Paesi, penso a quelli scandinavi, su questi temi preferisco il consenso all’obbligo. Però, se la situazione epidemiologica evidenziasse delle difficoltà nel contenimento della pandemia, con il rischio dell’arrivo di ulteriori e temibili varianti, a mali estremi occorre rispondere con estremi rimedi. Però è sempre una scelta politica. Quella della scuola credo sia una ripartenza in sicurezza. E’ stato messo in campo il possibile: scaglionamenti, mascherina, vaccinazione del personale scolastico. Ma fare previsioni non è possibile. Credo si combatterà tutto l’anno. E’ possibile che nelle prossime settimane, non solo per le scuole ma in generale per le riaperture, possa esserci aumento contagi per la variante delta. Ma ai prossimi 9 mesi, in prospettiva. credo che si possa guardare con una certa serenità. Se si raggiungeranno gli obiettivi di campagna vaccinale e si incrementerà la percentuale di vaccinati tra 12 e 19 anni e se vi fosse la possibilità di vaccinare i più piccoli, cosa che dagli studi prodotti in queste settimane sembra dietro l’angolo. Rispetto allo scenario dei prossimi 9 mesi, credo che la didattica a distanza non sia una opzione obbligata come lo era per il 2020/21.

In realtà, almeno per gli studenti universitari, con una didattica distanza ben fatta non c’è un vuoto formativo, almeno in molte discipline. Non è una cosa da demonizzare ma può essere una opzione da usare in modo intelligente. Inoltre i test salivari anti-Covid funzionano e hanno la rapidità di esecuzione che occorre per screening veloci. Certo cedono un po’ nella sensibilità, che è inferiore a quella di un molecolare. Ma oggi servono per gli screening rapidi e possono essere usati con facilità nella popolazione pediatrica in età scolare. L’epidemia/pandemia è un evento a cui dobbiamo sempre prepararci, tanto che in epidemiologia la cosiddetta fase 4 (che segue le ben note fasi 1-2-3) altro non è che lo spazio di tempo di vita normale che precede la prossima pandemia, che quasi inevitabilmente è destinata a svilupparsi.

I microrganismi, specie i virus, vanno incontro a mutazioni che avvengono solitamente nel serbatoio rappresentato dall’animale selvatico e, direttamente o attraverso qualche animale domestico, si trasmetteranno poi alla specie umana (spill over). Le antropozoonosi (così vengono chiamate le malattie trasmesse all’uomo dall’animale) hanno oggi maggiori possibilità di svilupparsi che nel passato, perché i mutamenti prodotti dall’uomo nell’habitat degli animali selvatici rendono più numerose e probabili le occasioni d’incontro tra animale e uomo. I rapidi collegamenti tra aree geografiche molto distanti e la difficoltà di riconoscere precocemente patologie infettive nuove facilitano lo svilupparsi delle epidemie/pandemie.

La pandemia Covid-19 ha chiaramente indicato che l’unico modo per poterci difendere è quello di affidarci alla scienza. Per questo è necessario che ci siano informazioni sicure e certe basate su dati e non su opinioni personali. Questo assioma credo ormai sia chiaro a tutti, addetti ai lavori e non. Purtroppo però in maniera molto maggiore in questa pandemia rispetto ad altri momenti, fin da subito hanno circolato delle fake news che nulla hanno a che vedere con la scienza e che possono solo creare danno. L’unica difesa contro le fake news e lo scetticismo che qualcuno ha ancora nei confronti della scienza è di fornire dati inoppugnabili.