Obiezione di coscienza nel mirino

ricerca

Fa riflettere la recente proposta di iniziativa popolare dell’Associazione Luca Coscioni per la legalizzazione dell’eutanasia supportata da 130mila firme raccolte a sostegno della legge. Dopo il velato ma in realtà abbastanza chiaro tentativo di fatto di limitare, attraverso le Dat (disposizioni anticipate di trattamento), l’autonomia decisionale del medico negando in concreto l’obiezione di coscienza, a fronte di contenziosi legali certamente difficilmente praticabili e percorribili dai medici, emerge in questi giorni il pericolo che tale elemento fondamentale dell’ars medica rischi di essere definitivamente abolito anche nel nostro Paese attraverso la presa di posizione dell’Associazione Medica Mondiale (Amm) relativa all’obbligatorietà da parte del medico di eseguire l’aborto anche contro il proprio convincimento etico professionale. In realtà questa obbligatorietà nella nostra legislazione è salvaguardata dalla legge 194 del 78 laddove all’art. 9 recita: “Il personale sanitario ed esercente le attività ausiliarie non è tenuto a prendere parte alle procedure di cui agli articoli 5 e 7 ed agli interventi per l'interruzione della gravidanza quando sollevi obiezione di coscienza, con preventiva dichiarazione”.

L’Amm venne fondata a Parigi il 18 settembre del 1947 con il fine di assicurare l’autonomia della professione medica e per tale motivo considerata da sempre come un’associazione professionale libera ed indipendente rappresentando ad oggi 114 Associazioni mediche nazionali con circa dieci milioni di professionisti. Al fine di rispettare questi principi di libertà ed autonomia professionale, tale Associazione nel 1949 stilò un Codice internazionale di Etica Medica che fosse valido per tutte le nazioni. Il prossimo 2-6 ottobre in Islanda nella città di Reikiavik si terrà l’assemblea generale dell’Amm che, al contrario di quanto fino ad oggi sostenuto, è impegnata tra l’altro anche nella revisione della propria posizione relativamente allo studio circa la “dichiarazione sull’aborto terapeutico” che, se approvata, rischierebbe di portare in Italia ad una revisione della legge 194 e quindi ad una possibile abolizione dell’obiezione di coscienza. A riprova di ciò secondo European Centre for Lawand Justice (Eclj) i medici, in caso di approvazione assembleare di questo nuovo orientamento dell’Amm, sarebbero obbligati a cooperare direttamente agli aborti ed in alcune situazioni finanche ad eseguirli. A riprova di tale indirizzo infatti l’Amm intenderebbe eliminare la parte relativa a che: “il medico mantenga il rispetto per la vita umana” e ciò in palese contrasto con quanto precedentemente affermato sul dovere medico-ippocratico di “mantenere il massimo rispetto per la vita umana fin dal momento del concepimento”.

L’obiezione di coscienza rappresenta non soltanto un diritto, ma un punto cardine della professione medica che garantisce autonomia e libertà decisionale al medico il quale in scienza e coscienza opera secondo i propri convincimenti etico-scientifici a tutela del bene del paziente attraverso il rispetto della vita e della dignità della persona umana così come garantito dall’art. 32 della nostra costituzione e dall’art. 22 del codice deontologico. Per queste ragioni risulta dunque auspicabile che l’autonomia professionale medica rimanga tale e che non venga inficiata da elementi esterni alla nostra formazione ippocratica, considerando altresì la grande influenza che l’Amm esercita sull’Oms (Organizzazione  Mondiale della Sanità). Sperando in tal modo che venga impedita la messa in atto della “cultura dello scarto”, più volte denunciata daPapa Francesco, riuscendo al contrario a far prevalere nei nostri giovani l’educazione al rispetto della vita come valore  e non quella della morte come disvalore, idea che purtroppo oggi subdolamente sempre più si sta facendo strada nella cultura della nostra società.

Stefano Ojetti – vicepresidente Associazione Medici Cattolici Italiani (Amci)