Migranti, figli come i nostri

Il mini vertice di Bruxelles sulla gestione dei flussi migratori si è concluso senza un'intesa di massima.Tutto rimandato, dunque, alla riunione del Consiglio europeo in programma giovedì prossimo. Sul punto l'Europa è chiamata a trovare una soluzione comune volta a scongiurare pericolose fratture al suo interno. Nelle ultime settimane il caso migranti è deflagrato, sull'onda delle vicende Aquarius e Lifeline. I toni utilizzati hanno raggiunto i limiti della tollerabilità ed è giusto interrogarsi sull'opportunità di trattare un tema così delicato facendo leva sull'emotività dell'opinione pubblica, dimenticando che, quando si parla di migranti, si discute del futuro di altri esseri umani

Nel momento in cui ci scagliamo contro gli immigrati, contro chi – secondo noi – viene in Italia a rubare quel pane che non c'è, dovrebbero, per un attimo materializzarsi davanti ai nostri occhi quei volti spesso rigati alle lacrime. Lacrime strane, spontanee, di ragazzi che parlano, raccontando vicende atroci. Storie di guerriglieri armati che assaltano un piccolo villaggio felice e portano via bambini e bambine.Minori destinati alla guerra. Ragazzine che saranno obbligate a sposare persone molto più anziane di loro. Piccole senza bambole, fiori, amore.

La disperazione di queste persone si evince dalle loro storie: 

“Da quando non senti tua mamma?”
“Da quando sono scappato. Tre anni fa”.
“Perché non la chiami? Se vuoi ti do io i soldi per chiamare la tua mamma” 
“Grazie, ma non so come fare a trovarla.Tu puoi aiutarmi? L’ultima volta che l’ho vista mi ha detto: 'Scappa e pensa a te'. Se Allah vorrà ,un giorno ci rincontreremo”.

No, caro ragazzo, che hai la stessa età dei nostri figli baciati da Dio. Non possiamo aiutarti. Il giovane parla del suo viaggio nel deserto, l’arresto in Libia, le sevizie, la semi-schiavitù al servizio di “un uomo buono” che gli ha fatto guadagnare le 400/500 euro per due anni di lavoro. Soldi necessari per pagare il passaggio in gommone dai trafficanti. Viene da domandarsi: come può una mamma decidere coscientemente di perdere un figlio? Come, se non per amore? Come può una mamma caricare i figli su un camion per sottrarli alle SS che vengono ad arrestarli, sapendo che non li rivedrà più? Si, una madre può farlo, può tutto. I genitori possono fare sacrifici inenarrabili per amore di un figlio. E questo potrà capirlo solo quando – un giorno – sarà al loro posto.Da settimane siamo frastornati da tanti proclami, da troppe parole violente. Da settimane vediamo una nazione, la nostra, confusa, derisa dagli altri Paesi che insieme a lei formano l'Europa.

E' fondamentale stare dalla parte di un'accoglienza intelligente e non ipocrita. Piantiamola con la storia dei 35/40 euro agli immigrati. Perché di questi soli restano 2 euro e 1/2 al giorno. Neanche il corrispettivo di un pacchetto di sigarette. È chiaro che in attesa del responso della Commissione, che dura mesi, li ritroveremo ad elemosinare lungo le strade, qualcuno arruolato dalla malavita, a spacciare .

Le inchieste devono essere veloci e rigorose, ma smettiamola di urlare bestialità come quella secondo cui sarebbe meglio che affogassero in mezzo al mare. Quei giovani, i più fortunati, hanno un padre ed una madre, come i nostri figli. Verrà il giorno in cui quel Dio a cui chiediamo tutto, persino di farci vincere alla lotteria, mentre acquistiamo un gratta e vinci ci chiederà: “Dove eri tu mentre tuo fratello moriva?” Riusciremo a rispondergli: “Signore, io ho cercato di aiutarlo”?.