Le ragioni del “no” alle due mamme

La decisione della Corte Costituzionale è motivo di grande soddisfazione per due motivi principali. Ha, infatti, sancito e ribadito il diritto del bambino di avere un padre e una madre, bocciando l'ipotesi di avere due genitori dello stesso sesso. Questo avrà una notevole influenza anche sul legislatore. Ma non basta. Come Family day rivolgiamo un invito a tutti i partiti e al Parlamento perché si legiferi in maniera coerente alle due ultime: quella odierna della Corte Costituzionale, e quella della Corte di Cassazione a sezioni riunite dello scorso anno in cui si dichiarava la necessità di un padre e di una madre e che figure tipo “genitore biologico”, “genitore intenzionale” o “genitore giuridico” non sono assimilabili e ritrovabili nel nostro ordinamento giuridico. Leggi che mettono al centro di tutto il bambino, perché bisogna tutelare il suo diritto ad avere un padre e una madre, e non quello di un adulto ad avere un figlio a tutti i costi. 

Che la Consulta abbia fatto una conferenza stampa per anticipare la sentenza e dunque il suo “no” alle due mamme, lo consideriamo estremamente positivo. La politica e il nuovo governo accoglierà attivamente questa ultima indicazione? A esser sincero penso di no. Mi auguro che questo governo faccia qualcosa di positivo per la famiglia naturale. Dunque, al momento, quello che noi possiamo chiedere al governo è quello di non legiferare su argomenti sensibili, bioetici. Nella speranza che in futuro le cose possano cambiare.

Abbiamo da poco concluso un meeting a Perugia in cui abbiamo presentato le nostre proposte in favore della vita, della famiglia, della libertà educativa e abbiamo avuto la siddisfazione di aver ottenuto la partecipazione convinta dei leader dei tre p artiti di centro-destra. Vogliamo muoverci su questa strada anche per le prossime elezioni reglionali in Emilia Romagna in gennaio e nelle altre Regioni. Naturalmente continueremo a monitorare tutte quelle leggi che potremmo definire bioeticamente sensibili per cercare di ostacolare al massimo le derive antropologiche contemporanee di alcune fazioni. Per esempio, stiamo dando massima attenzione al tema dell'eutanasia e del suicidio assistito. Perché c'è una proposta presentata dalla senatrice Cirinnà a favore sia dell'eutanasia attiva, sia della eutanasia “a domicilio”. Contro questa proposta di morte stiamo facendo fortissima resistenza proponendo un disegno di legge che tuteli la vita terminale e in particolare la vita di quelle persone considerate degli “scarti”, perché particolarmente fragili, malate e sole.