La Svezia sposa “l'utopia del 'neutro'”

Mentre il Bus della Libertà sta solcando le strade italiane, portando in piazza la battaglia contro la diffusione dell’ideologia gender nelle scuole, in Svezia alcune scuole materne stanno cercando di eliminare completamente le differenze di genere fra maschietti e femminucce.

Infatti, come riportato recentemente anche da un articolo della Cnn, le scuole materne di Stoccolma Nicolaigarden and Egalia hanno persino rimosso completamente i termini “bambino” e “bambina” e qualunque altro termine possa far riferimento all’identità naturale di genere, sforzandosi di chiamare sempre ogni alunno per nome o usando il pronome di genere neutro “hen”.

Negli asili svedesi “gender-neutral”, ad un primo colpo d’occhio non sembra esserci nulla di anormale, ma guardando con un occhio più attento ci si accorge che non esistono aree designate per il gioco con le bambole o con le costruzioni, e che i giochi sono stati strategicamente mescolati in modo da creare un ambiente in cui maschi e femmine possano giocare insieme.

In questi asili anche le fiabe, le canzoni, le filastrocche, vengono riscritte e reinterpretate per includere i “nuclei familiari” composti da un genitore single o da due genitori dello stesso sesso.

La Svezia è al quarto posto nella classifica generale mondiale sulla parità dei generi, e già dal 1998 il governo aveva introdotto una legge che richiedeva a tutte le scuole di lavorare contro gli stereotipi di genere. Ancora, nel 1994 la Svezia divenne il primo Paese al mondo con metà Parlamento composto di sole donne.

Ma gli svedesi hanno anche qualche primato di cui probabilmente non vanno molto fieri e che contrasta con questa visione di una Svezia felice ed aperta. Secondo un rapporto dell’UNODC nel 2015 la Svezia era il primo paese Europeo per numero di stupri con 64,10 stupri ogni 100.000 abitanti ed il quinto paese al mondo dietro Lesotho, Botswana, Saint Vincent e Grenadines e Swaziland.

Stoccolma è nota come la capitale mondiale dei single dove tre appartamenti su cinque hanno un solo abitante, dove uno svedese su dieci se ne va al Creatore senza parenti, dove in trent’anni il numero di persone ai funerali è passato da 49 a 24. La Svezia è anche il Paese dove le donne ricorrono di più all’inseminazione artificiale, un corriere recapita a casa il kit, e così, da sole, formano una “famiglia”.

Ma la Svezia ha anche il triste primato di bambini confusi con il proprio genere sessuale. La psichiatra infantile Louise Frisén, dell’Ospedale Pedriatico Astrid Lindgren, ha dichiarato che nel 2016 ben 197 bambini hanno richiesto di essere sottoposti ad una “transizione” per cambiare sesso. “C’è un aumento del cento per cento ogni anno, e le persone che stiamo vedendo sono più giovani e sempre più bambini”, ha dichiarato il medico in un’intervista all’Aftonbladet. Il capo della squadra identità di genere del Karolinska University Hospital, Cecilia Dhejne, ha detto che l’aumento dei bambini infelici con il proprio gender riflette “una maggiore apertura nella società svedese.”

Questi sono, secondo lo psichiatra ed autore svedese David Eberhad, i risultati di una “disonestà intellettuale cieca alle differenze biologiche” che viene esercitata in queste scuole materne “gender-neutral”.

“E’ una sorta di lavaggio del cervello – continua lo psichiatra – che funziona molto bene su bambini in tenera età ed a cui loro si adattano molto rapidamente, ma i problemi si pongono quando questi bambini arrivano a frequentare le scuole normali e si accorgono di avere praticamente vissuto in una setta.” Ed aggiunge: “Questa che proclama che non ci sono differenze fra uomo e donna è una specie di setta religiosa, e non ha nulla a che vedere con la scienza.”

Sul tema ha espresso parole chiare Papa Francesco, incontrando la scorsa settimana i membri dell’assemblea dell’Accademia per la vita: “L’ipotesi recentemente avanzata di riaprire la strada per la dignità della persona neutralizzando radicalmente la differenza sessuale e, quindi, l’intesa dell’uomo e della donna, non è giusta. Invece di contrastare le interpretazioni negative della differenza sessuale, che mortificano la sua irriducibile valenza per la dignità umana, si vuole cancellare di fatto tale differenza, proponendo tecniche e pratiche che la rendano irrilevante per lo sviluppo della persona e per le relazioni umane. Ma l’utopia del ‘neutro’ rimuove ad un tempo sia la dignità umana della costituzione sessualmente differente, sia la qualità personale della trasmissione generativa della vita”.