La spallata dei mercati

Tutto finisce come doveva iniziare. Ovvero con la convocazione al Quirinale di Carlo Cottarelli, un nome sul quale sono stati spesi fiumi d’inchiostro prima che iniziasse il valzer delle candele fra Lega e Movimento 5 Stelle, chiuso con il benservito al professor Conte.

Sarà lui l’uomo del Colle? Toccherà all’economista dar vita al cosiddetto governo neutrale evocato da Mattarella nel famoso discorso pre- incarico a Conte? Tutto lascia presagire che le cose vadano esattamente in questa direzione. Quel che non è dato capire è quale strada prenderà questa operazione. Che presenta molte incertezze, trattandosi di un probabile governo di minoranza, destinato ad essere bocciato in Aula, sempre che ci arrivi.

Ma il punto vero è che il Paese ha vissuto una domenica ad alta tensione, dalla quale non sarà facile uscire con la stessa lucidità delle scorse settimane. Del resto tra colpi di scena a ritmo serrato, l’incertezza che gravita intorno ai destini politici dell’Italia che sta scuotendo l’Eurozona, trovare un orizzonte da seguire non è affatto semplice. E se Giuseppe Conte ha rimesso il mandato di premier incaricato, allontanando il governo a trazione giallo-verde, difficilmente tutto ciò basterà ad evitare un’altra settimana difficile sui mercati.

A far temere, in particolare, è un prolungato impasse nel Paese che possa minare una crescita che ha già perso parzialmente slancio e scatenare una fiammata di volatilità. Cottarelli dovrebbe servire da ghiaccio bollente in tutto questo. E  il nervosismo sempre più palpabile, dopo i chiari segnali degli ultimi giorni, con la borsa che ha bruciato 51 miliardi in nove sedute, lo spread in impennata e l’esplicito avvertimento di Moody's su un possibile downgrade, potrebbe far saltare i nervi a tutti.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenendo in prima persona a spiegare come l’incertezza della nostra posizione nell'Euro abbia posto in allarme investitori italiani e stranieri che hanno investito in titoli e aziende, e il segnale che il quadro d’insieme è molto complesso. “L’aumento dello spread aumenta debito e riduce la possibilità di spese in campo sociale. Questo brucia risorse e risparmi delle aziende e prefigura rischi per le famiglie e cittadini italiani”, dice. “Lo spread è andato oltre 200 punti ed è arrivato a 100 punti sulla Spagna; inoltre i titoli a breve si stanno agitando più di quelli a lungo, il che è un segnale di nervosismo crescente sui mercati”, ricorda il ministro uscente Pier Carlo Padoan. “I mercati”, aggiunge, “si stanno riposizionando sull’Italia. Moody's l’ha detto in modo esplicito. Se questo avviene, i primi a perderci saranno i risparmiatori italiani, che già hanno subito perdite che si potevano evitare”.

A gettare acqua sul fuoco dichiarandosi fiducioso nel fine settimana anche il Commissario Ue agli Affari Economici Pierre Moscovici. L’assaggio di come andrà si avrà già nella prima seduta della settimana. Venerdì Piazza Affari aveva chiuso con un secco -1,5% (peggio aveva fatto solo Madrid a -1,7) e le fibrillazioni politiche in Italia e Spagna avevano messo sotto pressione i rendimenti di tutti i titoli di Stato “periferici”, dalla Grecia al Portogallo, alimentando il timore di un “contagio”. Insomma, che lo si voglia o no siamo una democrazia a sovranità limitata, etero diretta dall’economia europea, che decide chi e cosa. E se Mattarella si è tenuto sul piano politico nel suo intervento, le condizioni di partenza sono solo e soltanto economiche. Se andremo al voto è difficile dirlo, conta però sottolineare un fatto. Chi ha parlando di messa in stato d’accusa del capo dello Stato ha commesso un grosso errore. Grosso, che potrebbe costarci molto…