La Magistratura non risponde a logiche politiche

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La Magistratura per sua natura ha funzione e carattere professionale. Non è un soggetto del gioco politico o delle scelte politiche e deve svolgere la sua funzione con totale imparzialità e indipendenza. Non è soggetto ad alcun potere ma alla legge: si tratta di un organo di garanzia nei confronti del cittadino, della correttezza dell’azione attraverso la veridicità e la giurisdizione. Ed è richiesta una professionalità molto elevata. Attraverso le parole con cui ha accolto la nomina di Giovanni Salvi a Procuratore generale della Suprema Corte, nelle quali ribadiva “la necessità di dover assicurare all'ordine giudiziario e alla Repubblica che le nomine del Csm siano guidate soltanto da indiscutibili criteri attinenti alle capacità professionali dei candidati”, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella vuole dire che le scelte che il Consiglio superiore della Magistratura deve fare per attribuire gli uffici direttivi, per valutare i singoli magistrati nelle proprie azioni, devono essere legate alla professionalità di ciascuno. E, quindi, non alle appartenenze all’una o all’altra corrente della Associazione dei magistrati.

La libertà di appartenenza a un’associazione, la presenza di correnti che rappresentano orientamenti culturali può essere una cosa positiva ma non dev’essere un elemento che incide sulle scelte dei dirigenti degli uffici, in questo caso del Procuratore generale della Cassazione, perché l’unico elemento al quale si deve far riferimento è la professionalità del candidato, esattamente il criterio che è stato seguito dal Consiglio superiore nell'ultima nomina effettuata.

Non si può chiedere alla Magistratura di risolvere le problematiche della politica o la sua confusione, si tratta di un compito improprio e per il quale non possiede gli strumenti. Piuttosto, il suo compito è garantire la sicurezza del diritto e della tutela dei diritti attraverso le azioni giudiziarie che vengono svolte, nei rapporti tra privati e in quelli fra potere politico dello Stato e libertà dei cittadini. Questo è un elemento di garanzia: che ci sia un giudice indipendente e imparziale, che non risponda quindi a interessi e logiche politiche, se non alla politica che si è tradotta nelle leggi e nel rispetto della Costituzione.