La lunga settimana del pallone

Pronti a ripartire per salvare il sistema calcio. Ma c’è da attendere ancora qualche ora, dal momento che il Comitato Tecnico-Scientifico del governo ha rimandato il parere sul nuovo protocollo. L’orientamento è chiaro: via libera agli allenamenti di squadra pur nel rispetto di alcuni paletti da rispettare. E sarà questo il primo, importante, passo in avanti verso la riapertura del campionato. Che vivrà questa settimana come la più lunga ma anche quella dalla quale dipendono le sorti del pallone.

Il sì del Cts, cui dovranno far seguito il vertice tra i premier Giuseppe Conte e il presidente della Figc Gabriele Gravina, la giunta Coni e il Consiglio Federale. Tutti puzzle di un mosaico che può portare alla riapertura totale. Fondamentale il parere Cts, che dovrebbe arrivare a metà giornata, relativo al protocollo da inviare al ministro della salute, Roberto Speranza, condiviso con il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora. Passaggi chiave che saranno racchiusi nel prossimo decreto governativo. Protocollo studiato nei minimi dettagli, rigidissimo. I segnali sono chiari e vanno verso la riapertura agli allenamenti di squadra dal 18 maggio. Non ci saranno sorprese. L’Italia però non seguirà il modello tedesco che non prevede la sospensione del campionato nel caso di nuovi infetti, anche se il caso Dinamo Dresda rischia di rivisitare la situazione. In Italia le indicazioni del governo valgono anche per il calcio: se un calciatore risulterà positivo, sarà posto in quarantena che sarà allargata anche a tutti coloro con i quali ha avuto contatti.

Questo potrebbe significare un nuovo stop al campionato. Una spada di Damocle che pende sul capo del calcio italiano che difficilmente troverebbe una via d’uscita da un vicolo che più cieco non si potrebbe. Ma il protocollo garantisce una certa elasticità. Esempio, prima di entrare in ritiro per quindici giorni, i calciatori sono stati sottoposti ad esami ciclici allo scopo di abbassare la soglia di rischio. Il 18, quando inizierà la fase 2 del calcio, in ritiro entrerà solo chi è sano. Gli altri restano a casa. Due settimane di ritiro blindati che di fatto dovrebbero impedire al virus di riaffiorare. Solo una volta ripresi gli allenamenti di gruppo e senza contagi si tornerà a parlare di calcio giocato, anche se le date sono già sul tavolo visto che si parla del week end del 13-14 giugno.

Le altre tematiche andranno discusse strada facendo. Come detto, determinante sarà la prossima settimana, compreso l’incontro tra il Premier Conte e il presidente Gravina. Perché ormai è chiaro che la ripartenza della serie A, potrebbe fare da apripista per la ripresa anche tra i cadetti, magari più avanti nel tempo e persino sui campionati di Lega Pro per evitare effetti devastanti sulla mutualità. Senza dimenticare che potrebbe essere il salvagente per evitare la moria di tante società dilettantistiche. Insomma, la palla stavolta passa a Conte, non il tecnico dell’Inter, ma quello che con un sì può riscrivere la storia, non solo del calcio, ma anche del Paese, perché di calcio, anche dal punto di vista economico, vive l’Italia, e una ripartenza non potrà che giovare all’intera Nazione.