Incapaci di amare

Nella persona è facile cogliere difficoltà e ostacoli che potrebbero ridurre o spegnere la capacità di amare e di lasciarsi amare. Parliamo innanzitutto di persona, perché la coppia è composta da due individui e la riuscita della relazione dipende dalla crescita di ognuno, solo in seguito dal rapporto che si viene a instaurare.

Dentro ciascuno convivono “grano buono” e “zizzania”. Dio permette che si sviluppino insieme. La distinzione non viene fatta durante la crescita, ma al momento della mietitura, bruciando la zizzania e valorizzando il bene. La persona ha quindi la possibilità in ogni momento della vita di continuare o cambiare direzione. Riconoscendo e accettando le proprie fragilità può trasformare la zizzania in buon grano, pertanto gli ostacoli diventano energie positive che promuovono la vita e la relazione.

Anna Bissi, consacrata, psicologa, che lavora come psicoterapeuta in un centro di consultazione familiare, aiuta a comprendere alcuni ostacoli alla capacità di amare in modo maturo. Un primo limite è di tipo cronologico, riferito all’età; è un errore quando i genitori esigono dal bambino o dall’adolescente la stessa capacità di generosità e di dedizione che ci si aspetta dall’adulto. Bisogna dare il tempo necessario perché la persona cresca e maturi. Si tratta, come abbiamo visto, di un processo lento e delicato.

Un secondo impedimento alla capacità di amare è quando si fa riferimento solo all’aspetto emozionale e del sentimento, senza coinvolgere la volontà e l’impegno. Questo è uno dei drammi del nostro tempo: quando non si prova più nulla, oppure i sentimenti si modificano o si spostano su un’altra persona, cadono anche l’amore e la relazione, si cerca qualcun’altro che susciti le nostre emozioni.

Se la volontà e l’impegno non entrano nell’esperienza dell’amore lo sviluppo si blocca, perché il soggetto si ripiega su se stesso. Ciò riguarda quelle manifestazioni di egoismo, “amore” possessivo, pretenzioso, immaturo, che impediscono al cuore di dilatarsi e di donarsi. Allora la persona usa il partner, rivendica attenzione e affetto e si stanca quando l’altro non risponde alle aspettative, evitando di coinvolgersi in prima persona di impegnarsi nella ricerca del bene.