La Giornata Mondiale della sindrome di Down ha un valore estremamente importante che è stato evidenziato da una risoluzione dell’Onu con l’obiettivo di diffondere una conoscenza più radicata in merito a questa sindrome con l’obiettivo di rendere più concreta l’inclusione di queste persone e valorizzarne la diversità. Questa ricorrenza si celebra il 21° giorno del 3° mese per indicare l’unicità della triplicazione (trisomia) del 21° cromosoma che causa, appunto, la Sindrome di Down. A tal proposito, bisogna ricordare che questa è una malattia genetica che non ha possibilità di remissione totale, non esistono cure, ma alcuni sintomi e problemi possono essere positivamente trattati.
Inoltre, qualsiasi coppia del patrimonio genetico può presentare trisomie, ma nel 95% dei casi è la coppia 21, la più piccola del genoma, ad essere colpita. Dal punto di vista storico, il nome “down” deriva dal medico inglese Jhon Haydon Langdon Down che per primo ha studiato i più importanti e frequenti sintomi morfologici, come il deficit intellettivo e i tipici occhi a mandorla.
In questo giorno dall’alto valore simbolico è importante riconoscere e incentivare in ogni declinazione l’inclusione delle persone affette dalla sindrome di Down. Indubbiamente, anche se nel corso degli anni si è verificato un progressivo aumento delle diverse forme di tutela da parte delle istituzioni, occorre che, ognuno di noi, si impegni senza riserve per far sì che, queste persone, possano realizzare nel quotidiano, in famiglia, a scuola, con gli amici e sul luogo di lavoro, i loro sogni e ispirazioni.
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