Il conto pagato dai lavoratori

vaccarellaLa vertenza dell’Ast di Terni, quella di Meridiana, l’Opera di Roma. Vicende lontane fra loro, anche geograficamente, accomunate però da una parola chiave: “esubero”, la condizione cioè di chi dall’oggi al domani da risorsa di un’azienda si trasforma in zavorra. Da nord a sud, in settori diversi fra loro, la crisi morde il mondo del lavoro, spalancando abissi di povertà nel tessuto sociale del Paese, scavando voragini di sofferenza e nuova povertà laddove prima singole persone e poi famiglie intere tiravano avanti – magari con difficoltà – ma preservando una qualche dignità. Non a caso l’altro giorno è stato Papa Francesco a lanciare un appello in favore dei dipendenti della compagnia aerea sarda Meridiana, dopo averli voluti davanti a sé, una macchia colorata rossa ben visibile sul sagrato di San Pietro con quelle magliette chiarissime: io sono un esubero.

“Per favore, faccio un appello a tutti i responsabili, nessuna famiglia senza lavoro”, scandisce il Pontefice durante l’Angelus, invocando “un’equa soluzione, che tenga conto anzitutto della dignità della persona umana e delle imprescindibili necessità di tante famiglie”. Perché è proprio di questo che si parla: della dignità di donne e uomini scaraventati in mezzo a una strada nel breve volgere di un tavolo di confronto sempre più spesso inutile.

Quasi 1400 lavoratori sono in esubero, secondo Meridiana, anche se il Governo sta cercando di mediare fra sindacati e compagnia. E che dire degli operai delle acciaierie di Terni, in sciopero a oltranza per evitare i licenziamenti? Interpellato sul punto, anche il premier Renzi si è detto “molto preoccupato”. Di qualche giorno fa la vicenda dei musicisti dell’Opera di Roma, 182 persone che si sono trovate sull’orlo del licenziamento. Privilegiati, si è detto, e in taluni casi sarà anche stato vero, anche se spesso si parla di lavoratori che si trovano a pagare il prezzo di scelte dissennate altrui. Senza fare facile populismo, milioni di euro mangiati nei banchetti della politica, il cui conto però pagano sempre i dipendenti.