Il caporalato è una pratica vessatoria per lo sfruttamento del lavoratore e la mortificazione dell’essere umano. Un sistema che violenta i diritti. Eviterei di inquadrarlo solo in alcune zone o comparti, perché oggi in Italia è episodico, ma abbiamo testimonianze in diverse zone e in diversi comparti. Quello riguardante gli immigrati è sistematico e di gruppo, mentre quello che riguarda gli italiani è più individuale, molto più focalizzato sulla relazione specifica e non con un codice organizzato di sfruttamento. Anche se in qualche situazione, come quella della logistica di massa, ad esempio, i meccanismi possono essere identificati come sistematici.
La prevenzione del fenomeno del caporalato passa attraverso l’educazione e la formazione al lavoro giusto sin dalle scuole. A Matera, durante lo scorso Festival di Sabir, ho lanciato la proposta dell’ora di diritto ed educazione al lavoro nelle scuole. Ciò, secondo me, offrirebbe una maggiore consapevolezza dell’approccio al lavoro e alle relazioni professionali. La mafia, ad esempio, ha avuto i maggiori affronti proprio dalle manifestazioni studentesche, da una reazione generazionale. Un altro sistema è il richiamo medico sanitario gratuito dello Stato su ogni lavoratrice o lavoratore, ciò costituisce un sistema di prevenzione e indirettamente di indagine.
In qualità di ACLI TERRA, negli ultimi due anni, abbiamo svolto il progetto Fami “AGRILAB”, tenutosi in otto regioni. In decine di istituti superiori i nostri operatori hanno spiegato ai ragazzi cosa è il lavoro giusto e cos’è il caporalato. Da maggio, in collaborazione con l’Iref, che è l’Istituto di ricerca delle ACLI nazionali, partirà una indagine conoscitiva del fenomeno in alcune province italiane a vocazione rurale per cercare di sensibilizzare i lavoratori e registrare eventuali soprusi. Inoltre, in ogni nostra formazione per dirigenti e lavoratori solleviamo i temi del cosiddetto lavoro giusto. A questo proposito parteciperò, presso la Diocesi di Latina, ad un convegno sul caporalato organizzato dall’Ucid, a cui prenderanno parte diverse realtà. Il caporalato non è un pericolo solo per gli immigrati, ma nel silenzio della vergogna colpisce molti italiani.
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