I risultati di un lungo negoziato

Il ruolo del sindacato è quello di trattare in assoluta autonomia con tutti i Governi per cercare di portare a casa il miglior risultato possibile per i lavoratori ed i pensionati che noi rappresentiamo. Questo è stato il comportamento responsabile e chiaro della Cisl anche nel confronto con il Governo Gentiloni sui temi previdenziali e del lavoro.

Perciò noi abbiamo giudicato positivamente i risultati di questo lungo negoziato, risultati che si aggiungono ad altre importanti misure già contenute nella manovra di bilancio per il 2018, e fortemente volute e sostenute dalla Cisl. Parliamo dell’introduzione positiva del reddito di inclusione per combattere la povertà, i provvedimenti per sbloccare le politiche attive del lavoro, la decontribuzione per le assunzioni dei giovani, gli ammortizzatori sociali e le risorse per il  rinnovo dei contratti del pubblico impiego.

Questa è la migliore dimostrazione della vitalità del sindacato nel nostro Paese. Esattamente il contrario di chi pensa che il sindacato sia oggi in crisi o conti poco rispetto agli interessi dei lavoratori. Quando si fanno accordi seri con il sindacato i diritti e le possibilità di riscatto sociale e civili per gli uomini e per le donne di questo Paese crescono e non diminuiscono. Nella prima fase dell’accordo sulla previdenza avevamo scardinato con l’introduzione dell’Ape sociale un concetto che era basilare nella Legge Fornero: i lavori non sono tutti uguali. Lo stesso pilastro viene ancora una volta scardinato con la modifica dei criteri dell’aspettativa di vita per tutti i lavoratori e le lavoratrici, attraverso un calcolo più favorevole rispetto a quello previsto dalle attuali leggi pensionistiche.

Il blocco dell’innalzamento dell’età delle 15 categorie che abbiamo individuato è una misura di equità e di giustizia sociale perché viene riconosciuta la gravosità e la nocività di alcuni mestieri. Ma la Commissione istituzionale di cui faremo parte anche come Cgil Cisl Uil, con dati concreti e scientifici alla mano, avrà la possibilità di allargare eventualmente il numero di queste 15 categorie. Il concetto che tutti i lavori sono uguali che stava alla base della Legge Fornero è stato per ben due volte con l’Ape sociale e con il nuovo calcolo dell’aspettativa di vita assolutamente derubricato.

Credo che siano altrettanto importanti altri aspetti che abbiamo ottenuto con il nostro lavoro a partire dall’istituzione di una commissione che finalmente nel nostro Paese dopo tanti anni avrà il compito di separare l’assistenza dalla previdenza, un dato contabile fondamentale anche nei riguardi dell’Europa. E finalmente faremo un lavoro serio di prospettiva sulla previdenza dei giovani, fermo restando che oggi nel nostro Paese la questione principale che riguarda i giovani è il lavoro. Perché se non accostiamo al tema della previdenza futura innanzitutto il tema dell’occupazione sarà complicato realizzare per i giovani la contribuzione per una pensione dignitosa.

Credo che sia altrettanto importante aver rimesso mano anche alla situazione degli attuali pensionati, e aver ribadito nell’accordo che si torna alla rivalutazione piena delle pensioni, un fatto assolutamente importante e significativo rispetto ai bisogni dei tanti anziani del Paese. Abbiamo messo in sicurezza nell’attuale finanziaria tante questioni, senza rinviarle al futuro Governo. Aver stanziato ulteriori risorse per dare risposte ai più deboli, così come avevamo stabilito nell’intesa fatta con il Governo lo scorso anno, noi crediamo che sia un fatto importante che andrà valorizzato e difeso dalla Cisl lungo tutto l’iter parlamentare.