I partiti dello “zero virgola”

Ad osservare con attenzione le carte sul tavolo della politica balza subito agli occhi un dato: il problema, in questa fase, non è il Pd (o “solo” il Pd) ma il resto dell’universo politico. Perché se è vero come è vero che le regionali hanno congelato l’operazione del partito della nazione, è altrettanto evidente che i cosiddetti partiti minori sono entrati in una spirale puntata verso il basso che potrebbe determinare la loro scomparsa o, quanto meno, una drastica riduzione ai minimi termini. Il risultato di Ncd-Udc-Area popolare non è stato dei più gratificanti: l’area centrista è scesa sotto il 4 per cento e ora per Alfano e i suoi è scattato l’allarme. In Veneto Ncd-Udc aveva il 3,5% e oggi vale circa il 2%. Stessa storia in Liguria dove gli alfaniani passano dal 3,5 per cento al 2 per cento. Flop in Toscana, Ncd è quasi scomparso e raccoglie l’1 per cento. In Umbria i centristi perdono quasi un punto e mezzo rispetto alle regionali, passando dal 3,4 per cento al 2.

Se a destra piangono, a sinistra non ridono. Modesto il contributo dell’Italia dei Valori all’elezione di De Luca: solo l’1,13% di preferenze. E anche Sel non può ritenersi soddisfatta. Tutti i “piccoli”, almeno in questa fase, non hanno contato per quanto valgono come forze politiche ma solo per come pesano sul bilancia del voto, spesso “rubandosi” spazio a vicenda. Una porzione che può spostare il piatto da una parte o dall’altra. Ma non è una situazione che può avere un respiro lungo, tanto più con la nuova legge elettorale.

Non saranno ancora allo “zero virgola” in quanto a percentuali, ma certo il campanello d’allarme dalle loro parti è assordante. La contrazione, proprio alla luce anche dell’ultima legge approvata dal Parlamento, potrebbe servire a semplificare il quadro politico, diventato tripolare al punto che la Lega può insistere nella logica dello splendido isolamento, pur se pressata da vicino da Forza Italia che sogna di rifare il matrimonio. Insomma, per i piccoli serve la coalizione, per i grandi no. E per recuperare consensi non bastano cartelli elettorali coesi o meno, ciò che occorre è una proposta politica seria e concreta. Che vada al di là dei troppi schematismi degli ultimi mesi.

Il movimento capeggiato da Matteo Salvini, la Lega Nord, è l’unico grande partito che aumenta i propri consensi. Il Carroccio ne ha ricevuto un numero pari a oltre il doppio di quelli delle elezioni politiche del 2013 (+109,4%) (+402.584). Ed è con questo che bisognerà fare i conti; nel senso proprio del termine.