Gli effetti della crisi morale

Giuseppe FerrariMolti analisti, opinionisti, persone che cercano di interpretare i segni che ci trasmette l’attuale società globalizzata, sono concordi nell’affermare che viviamo in un periodo di crisi economica e instabilità sociale. Pochi però pongono l’accento sulla crisi morale che attanaglia la nostra società, crisi che dall’uomo contemporaneo si ripercuote sulla famiglia e di conseguenza sull’intera società.

Il recente Sinodo dei Vescovi ha preso in considerazione le sfide che la famiglia oggi deve affrontare, ma qui, più che commentare brevemente quanto è emerso dal dibattito sinodale, vorrei andare indietro nel tempo e fare riferimento all’enciclica Humanum Genus , scritta nel 1884 da Leone XIII. In essa, il Papa della questione sociale evidenziava come vi fossero organizzazioni che, collocando nella natura il principio e la norma unica della giustizia, arrivavano a pubblicare su giornali e periodici, contenuti senza pudore e disdicevoli, con lusinghe capaci di sedurre; ad attrarre con scaltrezza le folle spingendole a nutrirsi di aspetti licenziosi in modo da farle divenire docile strumento di disegni atti a dominarle.

Il matrimonio poi doveva essere visto solo come un contratto civile che poteva rescindersi a volontà dei contraenti, riducendo le nozze a unioni mutabili e passeggere. L’unione matrimoniale doveva dissacrarsi, le donne dovevano perdere la loro dignità e i figli ogni sicurezza. Così come l’educazione dei figli doveva appartenere al “pubblico” e ad essi non doveva essere imposta alcuna religione, in quanto l’avrebbero scelta liberamente cresciuti in età. Veniva inoltre propugnato uno Stato che non desse preferenza ad alcuna religione ma le considerasse tutte allo stesso livello. L’obiettivo era quello di risuscitare i costumi e le istituzioni del paganesimo e rendere lecito ciò che a ciascuno piaceva e spingere così il genere umano verso la degradazione.

Questa enciclica, scritta 130 anni fa, illustra con lungimiranza profetica la situazione della società contemporanea. Negare che al centro dello sviluppo della società umana vi sia la famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, sulla complementarità di un’unione foriera della generazione di sempre nuova vita umana, significa negare la possibilità di un futuro generazionale. Oggi si parla tanto di sostenibilità, cioè di attenzione per la sopravvivenza delle generazioni future, di soddisfacimento delle esigenze presenti senza compromettere quelle di chi verrà dopo di noi.

Ebbene la sostenibilità verrà soddisfatta comprendendo che si può reggere solo su una corretta concezione della famiglia, perché tutte le altre strutture sociali (politiche, educative, economiche, …) esistono in quanto si reggono sulle basi su cui si regge la famiglia fondata sulla legge naturale. Ma quest’ultima non può essere l’essere umano a decidere qual è a colpi di maggioranza. La legge naturale esiste indipendentemente dall’uomo o non c’è. Se non esiste allora è l’essere umano a decidere cosa può essere lecito o non lecito e prevarrà sempre la legge del più forte; ma se esiste, l’uomo deve necessariamente cercarla e adeguarsi ad essa in quanto trascende la propria volontà. Andando contro essa si andrà sempre più rapidamente incontro all’estinzione della razza umana.

La famiglia fondata sull’unione tra un uomo e una donna, cioè sulla legge naturale scritta dal Creatore nel cuore della persona umana, viene prima di una qualsiasi altra struttura sociale, anzi è lei che genera tutte le altre. Pertanto è auspicabile che numerose famiglie, con un buon numero di figli, popolino la terra, che non ha affatto carenza di risorse naturali, come vorrebbero far credere alcuni catastrofisti che, paventando un domani non sostenibile e proponendo soluzioni eugenetiche, non fanno altro che condurre l’umanità verso un’estinzione precoce. Il futuro sarà luminoso se sapremo in anticipo farci carico delle necessità delle generazioni future, se al posto della volontà di potere e dominio e della brama del profitto metteremo il desiderio di ricercare e adeguarci alla legge naturale e di operare con giustizia nei confronti del prossimo e di noi stessi.

Giuseppe Ferrari
Segretario nazionale del Gris, Gruppo di ricerca e informazione socio-religiosa