Il valore reale e simbolico della prima giornata dei nonni e degli anziani

Oggi si celebra la prima giornata mondiale dei nonni e degli anziani, fortemente voluta da Papa Francesco. Un giorno che ha un doppio significato, reale e simbolico. Reale perché indica la quotidianità che si compone di relazioni, affetti, prove ed esperienze. I nonni, gli anziani, sono i testimoni più credibili di questi quattro ambiti esistenziali. Rappresentano i legami, i legami relazionali più risalenti nel tempo, per certi versi più intensi. Spesso sono anche lo scrigno degli affetti più duraturi. Vivono nella prova, legata agli anni e talvolta alla sofferenza; ma stanno anche accanto, nella prova, quando la sofferenza attaglia i parenti più giovani. Sono la memoria, perché hanno vissuto in prima persona un pezzo di vita più lungo degli altri. Il significato della giornata è anche simbolico perché indica una strada: tenere per mano chi si avvicina al termine della vita e sentirsi tenuti per mano da chi può offrire momenti di conforto perché in fondo ha più tempo da spendere ed è un tempo “di qualità” per la ricchezza umana trasmessa.

Con la pandemia e il conseguente lungo periodo di lockdown, in tanti, ma soprattutto i più giovani, abbiamo “ricoperto” il valore dei legami e della testimonianza delle persone anziane a noi più care. Come spesso accade ci si accorge dell’importanza anche silenziosa dell’altro, quando c’è un’assenza. Ora sta alle nostre comunità affidare questa rivelazione, direi esistenziale, a decisioni personali e collettive in grado di formulare proposte concrete per valorizzare questo tesoro non più nascosto.

Gli anziani – e noi lo saremo – certamente rappresentano un impegno, specie se non autosufficienti. La metamorfosi della famiglia di questi ultimi decenni, sempre più piccola e talvolta non coesa, spinge a spostare il “problema” altrove. Di qui il proliferare di case e residenze per anziani. Anche questa è però una realtà, ma nel prenderne atto occorre – per chi è in grado ed ha competenze specifiche – proporre soluzioni alternative “sostenibili”, nell’orizzonte di un welfare a misura di anziano, legato soprattutto ad un’assistenza domiciliare h24. Siamo ancora molto lontani. Molto. Ma occorre ricordare che si tratta di un investimento e non di un depauperamento dei fondi pubblici, in quanto – se ben organizzata – l’assistenza domiciliare abbatte e non innalza i costi, come dimostrano quei Paesi che hanno allocato le risorse in quella direzione.

I giovani vivono una dimensione spesso radicalmente diversa dagli anziani. Spensieratezza e – oggi più che mai – modelli consumistici sono i fattori che li tengono distanti dalla realtà delle fragilità e della sofferenza che spesso circonda il mondo degli anziani. Eppure la vita ci mette davanti a storie ed esperienze che ribaltano questo stereotipo. Occorre creare ponti intergenerazionali dove ciascuno, nessuno escluso, si senta utile alla costruzione del bene comune. Ci vuole creatività e perseveranza. Ma l’Italia è maestra di queste virtù e non solo nel calcio. Esistono sul territorio centinaia di progetti sociali in cui i due mondi si riavvicinano e si arricchiscono reciprocamente. Siamo la patria del volontariato sociale, per gran parte cattolico; possiamo offrire tantissimo all’intera Europa, basta volerlo. E se qualcuno è scoraggiato, basta ricordarsi che occorre poco, in quanto il Bene è contagioso molto più del coronavirus. Pensiamo sempre a quel manipolo di poveri pescatori che due millenni fa ha rivoluzionato il mondo…

Sarebbe necessario e di fondamentale importanza, finalmente riconoscere e valorizzare il ruolo dei nonni e degli anziani. Come? Dando lo spazio adeguato per consentirgli di trafficare i talenti, che sono la memoria del passato che dà la bussola al futuro, la sapienza esperienziale che può tirare fuori dai guai in tante situazioni, la vicinanza fisica e affettiva sempre e ovunque: è lo “stabat” mariano, accanto al figlio anche quando regnerebbe solo la disperazione. Non sono cose nuove quelle che ho indicato ma per questo vanno ricordate senza risparmio.

Alberto Gambino
Ordinario di Diritto Privato, University of Rome Europea; Lawyer, Partner Studio Legale Gambino