Formazione del nuovo governo: il possibile timing

L’elezione dei capigruppo di Camera e Senato non è solo una pura formalità, come si tende a pensare, ma un passaggio necessario verso le consultazioni al Quirinale per la formazione del governo. Nel centrodestra, da Fratelli d’Italia e Lega, arriva una doppia conferma. Nel partito della Meloni quella di Luca Ciriani al Senato e di Francesco Lollobrigida alla Camera, nel Carroccio Massimiliano Romeo resta alla guida della pattuglia leghista a Palazzo Madama e Riccardo Molinari (per qualche ora favorito per sedere sullo scranno più alto di Montecitorio) di quella alla Camera.

Tutto liscio anche in Forza Italia, con Silvio Berlusconi che fin dalla mattinata ha messo le cose in chiaro con una lettera ai parlamentari: “Per dare ancora più forza ai nostri Gruppi, valorizzando le capacità e le risorse che abbiamo, la mia indicazione come nuovi capigruppo è per l’onorevole Alessandro Cattaneo alla Camera dei deputati e per la senatrice Licia Ronzulli al Senato“. E così alla fine è stato, con quest’ultima – eletta per acclamazione – che guiderà i senatori azzurri dopo la sua esclusione dalla compagine di governo: “Ringrazio il presidente Berlusconi per avermi indicato come presidente del gruppo Forza Italia a Palazzo Madama e tutti i senatori che hanno accolto questa proposta all’unanimità. Ci aspetta un lavoro duro e impegnativo, ma certamente anche emozionante, che porteremo avanti tutti insieme, così come siamo abituati a fare. Da parte mia ricoprirò questo incarico con la massima responsabilità ed enorme dedizione certa di poter contare sul sostegno di tutti i colleghi”. E in Senato è stato costituito anche il gruppo parlamentare Civici d’Italia-Noi Moderati- Maie, che farà parte della maggioranza di centrodestra: eletto all’unanimità come presidente Antonio De Poli. Eppure, pur andando “speditamente verso le consultazioni”, come fa notare il capo politico di Noi moderati Maurizio Lupi, l’ex ministro non rinuncia ad evidenziare come sia “inopportuno fare passi avanti sulla lista del ministri. La sintesi la farà Giorgia Meloni dopo aver ricevuto l’incarico”.

La questione, a voler essere onesti, è seria. “Credo che Berlusconi abbia semplicemente detto i suoi desiderata. Dire i ministri non è solo inopportuno ma anche irrispettoso” dal punto di vista istituzionale, sottolinea Lupi, “il toto ministri non interessa a nessuno. Meloni sta facendo bene. Dovrà essere lei a fare la sintesi. Io non vedo bracci di ferro. Passi in avanti e fughe in avanti sono legittime ma non possono condizionare il lavoro di Meloni”. Eppure è quello che sta facendo Silvio Berlusconi, creando anche qualche imbarazzo al capo dello Stato, Sergio Mattarella. Sostenere di essere un uomo delle istituzioni, come va facendo il leader azzurro, significa rispettare anche istituzioni, e non piegare le regole del gioco ai propri disegni.

Insomma, il Quirinale non può essere usato come la sponda di un biliardo per mandare in buca la propria palla. Anche perché, a salire al Colle, tocca ai capigruppo che prenderanno parte alle consultazioni, quindi c’è un protocollo da rispettare. L’appuntamento, dunque, è per giovedì 20 al Quirinale. È la giornata cerchiata di rosso per l’avvio delle consultazioni finalizzate alla formazione del nuovo governo. Il centrodestra ha annunciato che si presenterà unito dinanzi a Sergio Mattarella dopo le turbolenze legate al biglietto anti-Meloni di Silvio Berlusconi in Senato; Giorgia Meloni sarà indicata come premier.

Il presidente della Repubblica potrebbe conferirle l’incarico venerdì sera, al termine del suo giro di incontri. La prima presidente del Consiglio donna giurerà tra sabato e lunedì mattina: dipende da quanto durerà il suo giro d’orizzonte con gli alleati, dopo che avrà accettato l’incarico con riserva (ma Berlusconi nel 2008 accettò senza riserva). La fiducia delle Camere poi entro la prima metà della settimana prossima. Questo è un possibile timing. È probabile che il Quirinale attenderà venerdì sera il ritorno da Bruxelles di Mario Draghi, dove parteciperà al suo ultimo Consiglio europeo, prima di conferire l’incarico. Dopo il giuramento premier e ministri devono, secondo la Costituzione, presentarsi in Parlamento entro dieci giorni per ottenere la fiducia. Ma tutto sarà molto più veloce.

Quanto al governo e al nodo cruciale della Giustizia un’indicazione seria arriva dal neo presidente del Senato, Ignazio La Russa. “Mi chiedo se Casellati abbia mai detto ‘o la Giustizia o niente‘, non mi risulta che ci sia da parte sua una intenzione definitiva: le cose si possono sistemare”, dice la seconda carica dello Stato, commentando la tensione fra FdI e Forza Italia sulla poltrona da guardasigilli da assegnare nel nuovo governo. “Abbiamo fatto le liste per le candidature, Meloni ha insistito per Nordio affinché il suo ruolo non fosse quello di venire in Parlamento a schiacciare bottoni ma con la previsione di fare il ministro della Giustizia. E credo che questa sia la decisione di Meloni”, ha aggiunto. Qualcuno lo spieghi a Berlusconi, prima che intervenga il Colle…