Euro 2020, fuori i secondi

Da sabato si comincia a fare sul serio. Non che fino a oggi si sia scherzato, ma è chiaro che con l’avvio della fase ad eliminazione diretta, ogni partita diventa quella decisiva, fondamentale. Dentro o fuori, senza possibilità di rivincita. Chi vince va avanti, chi perde, torna a casa. Prima tappa Wembley dove l’Italia è arrivata con il primo posto nel suo Gruppo. Adesso sarà opportuno fare di tutto per andare a vedere anche la Regina. Tradotto, la Wembley di domani è quella degli Ottavi, passaggio obbligato verso la Wembley che vale oro, quella del 6 e 11 luglio quando semifinali e finale rappresentano il vero obiettivo di questa Italia.

A Euro 2020, è accaduto esattamente quello che già si era verificato a Euro 2016 in Francia, quando il tabellone ad eliminazione diretta mise davanti le migliori nella parte sinistra, mentre a destra quasi un tappeto rosso per il Portogallo che arrivò a Parigi senza mai soffrire, vincendo poi l’ultimo atto contro una Francia troppo spocchiosa per sperare in altro epilogo. Stessa cosa a Euro 2020. Nella parte del tabellone, ci sono solo Inghilterra e Germania che peraltro si sfideranno il 29 giugno a Wembley. E la vincente, avrà via libera verso la finalissima dell’11 luglio sempre nel teatro di Wembley, mentre nel versante sinistro del tabellone, le stelle sono tante. Francia, Belgio, Portogallo, Italia, Croazia, Spagna: come dire, due tabelloni sbilanciati. Ma ormai è andata. E allora sotto con questi ottavi.

Domani l’Italia affronta a Wembley l’Austria di David Alaba, stella del Bayern Monaco che la prossima stagione vestirà la casacca bianca del Real Madrid. Avversario non facile, ma alla portata degli Azzurri, forse l’ultimo sulla carta “agevole”, rispetto a quelli che Immobile e soci dovranno affrontare dai quarti in poi: Belgio o Portogallo ai quarti, probabilmente Francia in semifinale, prima di arrivare all’atto conclusivo della rassegna. Dove l’Italia vuole arrivare per non vanificare il grande lavoro finora svolto. Domani servirà attenzione. Mancini ripropone tutti gli effettivi che hanno iniziato il torneo con le sole defezioni di Florenzi e Chiellini (al loro posto Di Lorenzo e Acerbi), mentre l’unico dubbio riguarda la rotonda centrale dove Verratti è avanti rispetto a Locatelli. Ma per la formazione, basta solo avere pazienza. Per poco. Vincere aiuta a vincere, ma soprattutto mantiene viva autostima e voglia di arrivare fino in fondo. Mancini vuole buttare giù il muro dell’imbattibilità che dura da trenta partite consecutive. Ha già messo la freccia per operare il sorpasso su Vittorio Pozzo e diventare l’allenatore più prolifico. Ovviamente servirà la dodicesima vittoria di fila (finora Italia ferma a undici successi consecutivi) e l’ennesima prova di forza della difesa che non subisce gol da 1055 minuti, ovvero poco più di undici partite. Si può fare. Attenzione, equilibrio e pazienza, gli ingredienti per venire a capo di questa partita. Difficile e complicata semplicemente perché senza appello. Ma l’Italia è l’Italia e vuole continuare a dimostralo, volando nelle praterie di un immenso che ha gli stessi colori impressi sulla nostra maglia, quell’azzurro del quale siamo tutti innamorati e al quale chiediamo di regalarci un sogno.

L’apertura degli ottavi sabato alle 18, ad Amsterdam, dove il Galles sfida i padroni di casa della Danimarca, in ripresa dopo il caso Eriksen. Fattore campo che può essere decisivo. Detto dell’Italia. altre due sfide domenica con Olanda-Repubblica Ceca, ma soprattutto Belgio-Portogallo. Su Euro 2020, non solo il fattore Delta che sta creando non pochi problemi nel Regno Unito, ma il fattore terza classifica, ovvero le quattro ripescate. Una di queste, è campione d’Europa in carica, il Portogallo, e va a sfidare il Belgio di Lukaku, Mertens, Hazard, squadra peraltro prima nel ranking Fifa. Una andrà a casa. Poi lunedì un’altra tornerà mestamente a casa tra la Croazia vice campione del mondo e la Spagna, partita aperta a tutte gli sbocchi ed imprevedibili sviluppi. Non dovrebbe avere problemi la Francia nel ridurre ai minimi termini la Svizzera, mentre mercoledì 29, chiusura col botto. C’è Svezia-Ucraina, con i nordici più avvezzi a partite di questo genere e pertanto favoriti, e poi la partitissima Inghilterra-Germania. Mai una partita come tutte le altre. Da anni i leoni non incrociano i panzer tedeschi. C’è chi ancora ricorda lo sgarbo del ’66 quando un gol fantasma di Geoff Hurst, regalò ai britannici il momentaneo 3-2 nella finale di Coppa del Mondo nel vecchio Wembley. Un gol che spianò la strada agli inglesi che vinsero il mondiale fatto in casa. Veleni mai sopiti. E il 29 l’occasione per una conferma da parte inglese, e di rivincita da parte tedesca. Peccato che una sarà costretta a lasciare l’Europeo. Il resto, lo scopriremo solo vivendo.