Due giorni santi

Dercole_Giovanni_vescovoLa tradizione cristiana di celebrare la festa di tutti i Santi e commemorare i defunti è antica e nasce dal desiderio di richiamare i fedeli al senso più nobile della vita. I Santi li ricordiamo ogni giorno, ma oggi si fa memoria di tutti quelli che non trovano posto nel calendario, uomini e donne senza volto e senza nome, che solo Dio conosce. Sono persone normali, bambini e giovani, adulti e anziani, religiosi e laici, santi di quella santità possibile perché consiste nel fare bene il proprio dovere per amore di Dio, nel perdonare chi ti offende e nell’amare tutti.

L’eroismo della semplicità e della quotidianità. Mi piace questa festa perché è un incoraggiamento a fare ogni giorno qualcosa di bello e di buono, sapendo che tutto ritorna e nulla va perduto. Anche le sofferenze, i dolori e gli insuccessi attendono un premio se affrontati e vissuti con fiducia nella misericordia di Dio. Quante persone, che immaginavamo “lontane” da Dio, ritroverò in quell’angolo di Paradiso dove spero di andare pure io!

Proprio perché è importante per tutti il messaggio di questa festa, mi dispiace che sia contaminata da quella buffonata di Halloween che nulla a vedere con la nostra cultura e che, ancor peggio, svia l’attenzione da ciò che conta per dedicarlo a qualcosa di vuoto come sono le zucche che in quest’occasione troviamo dappertutto. Che sarà dei nostri ragazzini educati anche a scuola a festeggiare, richiamo di riti pagani d’un tempo, invece di festeggiare i santi, che sono modelli da seguire e intercessori da invocare?

Il due novembre poi è un giorno propizio per riandare a portare un fiore sulla tomba dei nostri cari partiti per il cielo. Una volta l’anno il cimitero si popola di gente e se andate anche voi, profittate per mettere qualche fiore pure su quei sepolcri abbandonati. Il pensiero non si deve intristire pensando alla morte anche se necessariamente obbliga a guardare da vicino, da molto vicino, la nostra realtà di essere umani. Può capitare che, presi dalle occupazioni e preoccupazioni d’ogni giorno si finisca per dimenticare che esiste anche l’aldilà. Si vive come se si restasse per sempre quaggiù.

Quest’annuale ricorrenza ci richiama con forza alla realtà. Come pure, però, ci ricorda che chi è defunto non è caduto nel nulla: vive in maniera diversa, ma più vera e definitiva della nostra. E allora, non dobbiamo avere paura. Il richiamo dell’altro mondo aiuta a vivere con più impegno le nostre battaglie quotidiane, sapendo che tutto passa e quel che resta è solo il bene compiuto. I santi sono i morti che con il passar degli anni vivono ancor di più. Anzi la data del loro addio è diventata la loro festa, il giorno del loro ingresso nella vita eterna. Morti santi per vivere sempre. Che siano giorni sereni per tutti, occasione opportuna per riflettere e pregare.

Mons. Giovanni D’Ercole
Vescovo di Ascoli Piceno