I cristiani in politica siano consapevoli delle sfide che i tempi impongono ai “liberi e forti”

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Nella politica italiana si celebra giornalmente la dissociazione tra realtà che viviamo e scelte che si fanno. Nella scala gerarchica dei temi cruciali per la vita dei cittadini, delle comunità, delle Nazioni, difficilmente vengono posti all’attenzione i nodi aggrovigliati della economia e del sociale, i temi riguardanti il funzionamento della democrazia, le questioni profonde che attengono l’eguaglianza e le pari opportunità per ogni persona. La stessa identità che si alimenta dalla custodia delle proprie tradizioni, storia, cultura, credo religioso, per essi sembrano poco interessanti nello svolgimento del ruolo politico.

Eppure gli interessi delle comunità nazionali e le identità più intime di persone e popoli non sono mai stati sotto attacco come in questi ultimi anni, almeno dalla fine della II guerra mondiale. La concentrazione del denaro nelle mani di pochi padroni della finanza mondiale e nuove multinazionali della comunicazione e della informazione-disinformazione fortificati enormemente dalle tecnologie digitali, ed il mutevole rapporto di potere nella competizione tra gli Stati, stanno generando un cambiamento così profondo e diverso dal passato che vede soccombenti e comunque impreparate le istituzioni economiche, giuridiche e politiche.

La estrema rapidità con cui si manifestano questi fenomeni e la incommensurabile potenza che sprigionano, rende vana e comunque problematica ogni resistenza dei poteri istituzionali, politici, sociali tradizionali. Insomma gli europei devono prestissimo dotarsi di uno Stato unitario per non essere completamente fuori gioco da ogni dinamica vitale per il futuro del proprio popolo, i democratici  di ogni parte del mondo devono saper riprogettare nuove garanzie su scala mondiale per supplire alle vecchie ormai abbondantemente messe fuori gioco, attraverso nuove piattaforme convenzionali pattuite tra Stati per ridare forza ai popoli per conquistare Sovranità su scala mondiale.

La guerra sotterranea di disorientamento condotta da paesi non democratici con la raffinata e subdola disinformazione ai danni dei cittadini dei paesi democratici, purtroppo rappresenta una pericolosa realtà. Il dominio che esercita la finanza nel mondo praticamente con proprie autoregolazioni, unitamente alle nuove multinazionali del commercio, comunicazione e informazione, sta edificando un nuovo feudalesimo con tanto di stratificazioni di poteri ognuno sottoposto all’altro e perfino con una loro moneta operante mondialmente grazie alle loro reti digitali di relazione e servizi offerti al loro pubblico senza frontiere. Ma questo agglomerato incontrastato di potere non si limita a guadagni mai visti nella esperienza moderna dell’uomo, ma intende usare la loro sconfinata potenza anche per possedere ‘l’anima’ di ciascuno.

Dunque un potere “tecno-nichilista” che attraverso la tecnicizzazione e la mediatizzazione non si pone limite alcuno per orientare consumi, modi di pensare, desideri da coltivare. Proprio del desiderio, queste entità , fanno il motore economico, la leva per inaugurare un “nuovo materialismo” che spinga le persone a rifiutare la propria identità, tradizione, cultura. Ma questa preoccupazione è già realtà, ed ha bisogno di una straordinaria revisione di modi procedere, linguaggio, e strumenti per ricostruire basi democratiche e istituzionali diverse. I Cristiani soprattutto, per l’attitudine ed il pensiero controcorrente che viene loro assicurato dalla Dottrina Sociale della Chiesa, hanno il compito di allestire le condizioni di una nuova battaglia che garantisca la Democrazia, l’uso della economia per la promozione e responsabilizzazione delle persone, la cultura per salvaguardare tradizioni e principi senza le quali non possono esistere libertà e dignità della persona. Si notano anche tanti cristiani agitarsi in politica, ma si vuole sperare che abbiano consapevolezza delle vere sfide che questa epoca impone ai ‘liberi e forti’.