Cosa emerge dal Rapporto Terzjus sul terzo settore

Dall’ultimo report di Terzjus in merito allo stato di salute del Terzo Settore sono emersi molti dati, quelli principali e più importanti concernenti il sottotitolo che abbiamo dato allo stesso, ossia “Una riforma in cammino”, si evince che un percorso è stato fatto. In riguardo alla nascita del Runts, ossia il Registro Unico del Terzo Settore, emergono tre dati importanti, il primo concerne il fatto che, 88mila associazioni di volontariato e di promozione sociale sono state trasmigrate dentro il Registro Unico. Inoltre, a partire dal novembre scorso, sono state fatte 12mila nuove domande di iscrizione, da parte di soggetti che, precedentemente, non risultavano essere presenti in nessun altro registro. Attualmente, 6mila sono già state esaminate e approvate; dunque, abbiamo più di 6000 nuovi Enti di Terzo Settore. Il trend delle nuove domande è ormai vicino alle 1.500 al mese. Oltre a ciò, sono state inserite nel Registro, 19.700 imprese sociali che entrano pienamente a far parte del perimetro degli ETS. Il secondo aspetto riguarda un altro provvedimento chiave della riforma, il servizio civile, i cui posti disponibili, nel 2014, erano poco più di 6mila e attualmente sono diventati più di 60mila. Il servizio civile non è ancora universale, ma ci si sta muovendo in quella direzione. Il terzo elemento importante concerne il 5×1000; attualmente ci sono 16 milioni e 200 mila contribuenti che esercitano questa opzione, con quasi 63 mila enti beneficiari. Rimane il fatto che ci sono circa 14 milioni di contribuenti con una tassazione positiva, che non si avvalgono di tale facoltà. Di strada da compiere ce ne ancora, ma è un dato importante che, più della metà dei contribuenti, ha colto l’opportunità del 5×1000, per sostenere le organizzazioni che compiono azioni per il bene comune.

I miei auspici per il futuro del mondo del volontariato sono fondamentalmente quattro. La prima è che il governo, gestisca con sollecitudine la notifica alla Commissione Europea, perché anche i nuovi regimi fiscali, più favorevoli agli ETS, vengano definitivamente adottati dal nostro ordinamento. Ciò è fondamentale perché, in questi anni, la mancanza o la non entrata in vigore di tali norme, ha comportato che, circa 250 milioni di risorse che c’erano nella dotazione strutturale della riforma, non sono state assegnate agli Enti di Terzo Settore. Il secondo punto rilevante è il fatto che, il governo, si decida a fare una campagna promozionale per il 5×1000, affinché si possa convincere almeno una parte di quei 14 milioni di contribuenti che potrebbero sostenere le organizzazioni di volontariato con la loro quota del 5 per 1000. Ciò è un elemento importante, perché significa indirizzare un’altra parte di risorse verso tali organizzazioni. Una campagna promozionale su questo non è mai stata fatta. Il terzo elemento auspicabile è costituito dal fatto che, il servizio civile, diventi veramente universale, ossia ci siano le risorse per accogliere tutte le domande, che attualmente, sono più di 100 mila ogni anno. Infine, è estremamente importante, l’istituzione di un fondo per la Repubblica solidale, alimentato sia dallo Stato che dalle fondazioni bancarie, per sostenere progetti per inserire i giovani Neet al lavoro, aiutare le persone più fragili e aiutare le reti associative nei territori meno favorevoli.