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Come la guerra influisce sui costi dei beni alimentari

La diminuzione di 25 centesimi del costo dei carburanti varata dal governo è una diminuzione importante, ma si può sempre fare di più. Comunque, lo stesso, abbattendo l’accisa di 25 centesimi, la quale arriverà a 30 centesimi in automatico per l’abbattimento dell’Iva, ha dato un buon segnale. Bisogna fare di più da un altro da un altro versante, ossia tagliare le unghie alla speculazione messa in atto dalle compagnie petrolifere, quindi attuare una riduzione delle accise e delle tassazioni, è un atto che va nella giusta direzione. Non è però sufficiente l’abbattimento della tassazione ma è necessario colpire la speculazione che è stata assolutamente spropositata e sproporzionata, la quale va quindi ridotta fortemente.

La riduzione del costo dei prodotti alimentari si può ottenere grazie alla diminuzione dei costi dell’energia, sia quelli relativi all’elettricità che quelli relativi al gas e soprattutto quelli di trasporto dovuti al caro carburanti. Bisogna andare in questa direzione perché altrimenti i prezzi necessariamente aumenteranno per via anche dell’aumento del costo delle materie prime. In questo caso bisognerebbe intervenire, ma è molto più complicato, a livello internazionale, per tagliare le speculazioni che ci sono sui prodotti base per la trasformazione e anche su quelli agroalimentari. La guerra produce anche effetti di tale natura poiché, tanti prodotti base del nostro sistema alimentare, vengono prodotti in Ucraina e Russia. La guerra è una cosa gravissima – noi naturalmente preghiamo insieme a Papa Francesco per tutto ciò che si deve mettere in campo al fine di far cessare la guerra – ma questo ha anche un’influenza per quanto riguarda i prodotti alimentari. La speculazione in questo caso la si taglia sia fermando la guerra, sia fermando quegli speculatori i quali, quando ci verificano fatti come questi, producono sempre aumenti dei prodotti base e di conseguenza si hanno ricadute sui prodotti che noi importiamo e trasformiamo.

Abbiamo fatto dei calcoli e purtroppo la cifra degli aumenti è spaventosa, ci sarà una ricaduta sulle famiglie di 2700 euro annui di costi in più, ciò è molto grave. Si tratta quindi di intervenire affinché si abbassi il tasso di inflazione che ormai sta raggiungendo e superando il 6%. Questo produce due effetti molto negativi, non solo per le tasche delle famiglie, ma anche sui mutui che avranno un’impennata, visto l’incremento del costo del denaro. Per tale motivo, anche gli stessi investimenti saranno depotenziati per via del tasso di inflazione e dell’aumento del costo del denaro. Questo significa fare minori investimenti che darebbero lavoro a tanti giovani e disoccupati che attualmente ci sono nel nostro paese.

Innanzitutto, la cosa più importante, è far cessare la guerra. La seconda cosa è mettere in campo tutta la volontà e la determinazione al fine di tagliare le unghie alle speculazioni in tutti i sensi, sia per i prodotti alimentari ma anche per tutti gli altri. Non dimentichiamo che sono aumentati i costi di carta, vetro, ferro e rame. Insomma, c’è in atto una speculazione che impoverirà ancora di più le famiglie al livello internazionale ma, per quello che ci riguarda, anche al livello nazionale.

Rosario Trefiletti: