Come l’attuazione del Pnrr aumenterebbe il potere di acquisto delle famiglie

Come paventavamo già da qualche mese, è chiaro ed evidente che, il tasso di inflazione, ha comportato un aumento sia dei parametri fondamentali per la definizione dei mutui, che sono l’Euribor e l’Irs per i mutui a tasso fisso. Naturalmente questo ha provocato l’intervento delle banche centrali con l’aumento del costo del denaro con un contestuale incremento del tasso dei mutui che, già adesso, si assestano, soprattutto quelli a tasso fisso, attorno al 2%, quando prima erano ben al di sotto. Ciò comporterà spese ulteriori per le famiglie che hanno contratto dei mutui e ad aumenti che vanno dai 500 ai 700 euro in più all’anno.

In particolare, quando ci sono tassi di inflazione che vanno dall’8/9% fino al 10% in tutta Europa, è estremamente chiaro che, i due parametri di riferimento dei mutui, aumentano in misura pressoché automatica. La manovra che si può fare, noi ci auguriamo che venga ridotta al minimo ed in maniera marginale, è quella dell’aumento del costo del denaro. Già si parla del fatto che, a settembre, la BCE, come già sta facendo la Banca Centrale Americana, aumenterà i tassi di interesse del costo del denaro. Noi almeno ci auguriamo che si incrementino al minimo e in misura marginale, perché ciò significherebbe, non solo un aumento dei mutui per le famiglie, ma anche del costo degli investimenti economici necessari per lo sviluppo del Paese.

In questo caso, l’attuazione del Pnrr, aumenterebbe il potere d’acquisto delle famiglie perché, fare gli investimenti, significa dare lavoro. Ciò vorrebbe dire far lavorare i giovani, soprattutto i nostri figli e nipoti, che sono a carico della famiglia. Qualora lavorassero ciò non si verificherebbe più e, di conseguenza, la famiglia avrebbe un aumento del proprio potere d’acquisto. Questo però, non influirebbe sul tasso di inflazione, perché lo stesso ha bisogno di altre manovre, come ad esempio l’abbattimento delle speculazioni che sono in atto, a livello internazionale e nazionale, sui prodotti e sui costi delle materie prime e dell’energia. Le stesse devono essere tagliate e qui si può intervenire per abbattere l’inflazione, altrimenti si può agire solo sull’aumento del potere d’acquisto.