Il braccio di ferro sullo sport

Non c’è pace per lo sport italiano, soprattutto quando è la politica a mettere i bastoni tra le ruote. Il tema del contendere, arriva da lontano, da Thomas Bach, numero uno del Comitato Olimpico Internazionale, che da tempo ha “bacchettato” il Governo di casa nostra sulla nuova riforma dello sport, promossa dal leghista Giancarlo Giorgetti e dal 5 Stelle Simone Valente.

Una riforma che al presidente del Cio non piace affatto, in particolare la costituzione di una nuova società, Sport e Salute, deputata a decidere insieme al Coni. Bach scende in campo per difendere la credibilità e l’autonomia del Comitato Olimpico Italiano che in questo caso perderebbe l’autonomia che ha sempre avuto negli anni. Thomas Bach è uomo abituato a dire sempre in faccia quello che pensa, a dirimere i problemi del mondo sportivo, e garantirne l’autonomia.

L’ha ribadito alla presentazione dei mondiali di ciclismo di Imola, ma la sua è una battaglia che va avanti da tempo, da quando Lega e 5 Stelle hanno deciso di mettere il naso nello sport. Bach ha spiegato che “il Cio è fortemente ‘preoccupato sulla non funzionalità del Coni, e che il testo di riforma dello sport italiano non è conforme alla Carta olimpica’”. Preoccupazione viva, dal momento che sarà l’Italia ad ospitare le Olimpiadi invernali del 2026, e preparazione e organizzazione non posso essere minate da una nuova legge governativa che snatura l’operato del Coni.

Addirittura Bach va oltre. Il prossimo 7 ottobre, nel corso del prossimo esecutivo, potrebbe arrivare la clamorosa bocciatura per l’Italia e addirittura “sospendere” il comitato olimpico italiano, il che, tradotto in soldoni, significherebbe l’esclusione dell’Italia dalle gare delle Olimpiadi di Tokyo 2020 e dall’organizzazione delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. 

Lo stesso Cio ha oltretutto inviato da tempo una lettera ai suoi membri italiani, ovvero Franco Carraro, Ivo Ferriani e Giovanni Malagò, nella quale ribadisce la preoccupazione sul progetto di legge. In parole povere, il Cio si batte per l’Autonomia dello Sport. Nel nostro caso, il Coni può decidere da solo un mutamento della governance interna, senza intromissioni da parte del governo. Senza dimenticare, che il Coni non deve occuparsi strettamente delle attività olimpiche, ma anche a promuovere i valori e incoraggiare lo sviluppo dello sport d’alta prestazione così come pure dello sport per tutti. E per questo motivo, non c’è necessità che il governo centrale eserciti un controllo sui fondi, insomma faccia i conti in tasca al Coni. L’esatto contrario di quanto prevede questa legge, che finirebbe con il minare l’autonomia del massimo organismo sportivo italiano.

A stretto giro è arrivata la risposta del ministro dello sport Spadafora che ha finito con l’accusare Bach di non avere letto la bozza di legge, aggiungendo che i preparativi di Milano-Cortina procedono bene. E poi la bordata del ministro 5 Stelle nei confronti di Malagò. “Bach potrà essere riconfermato alla guida del Cio, sia dal presidente del Coni, sia dal presidente della Fondazione Milano-Cortina 2026, che sono la stessa persona, e in questo caso non posso che ravvisare qualche forma di conflitto di interesse”.

Una lotta tra ricchi, dove gli interessi sono altissimi. Da una parte il Cio che rivendica l’autonomia dello sport italiano e non rispetterebbe le regole internazionali, dall’altra il governo (una parte) che vuole mettere bocca e decidere. Peccato perché questa lotta si gioca sulla pelle degli atleti, che rischiano di vanificare i loro sacrifici. Le loro vittorie sono l’orgoglio del Paese. Spadafora non lo dimentichi.