Black Friday: occhio alle trappole

Come ogni novembre inizia il conto alla rovescia per il venerdì nero… No, non si tratta del crollo repentino delle borse come nel famoso martedì nero, il 29 ottobre 1929, ma del giorno dei saldi folli che negli Stati Uniti, dove è nato, segue il Giorno del Ringraziamento.

Probabilmente abbiamo tutti presente le immagini tratte dalle serie televisive o dai film, come il divertente “I Love Shopping“, in cui si vedono file chilometriche e masse urlanti nell’attesa che aprano i negozi per acquistare gli oggetti dei propri desideri a prezzo scontato. In Italia, tuttavia, il rito è stato importato in maniera un po’ differente e, soprattutto, dai portali di commercio on line come Amazon.

Dalla natura dell’appuntamento italiano si può benissimo immaginare che non si tratti di un’occasione per svuotare i magazzini come nel caso dei saldi estivi o invernali ma di qualcosa di diverso che si ricollega alla nascita dell’evento in America. Il Black Friday, infatti, segna l’apertura del periodo di proposte natalizie e nonostante abbia una storia piuttosto lunga – il primo fu organizzato dalla catena Macy’s nel 1924 – è solo dagli anni ’80 che ha acquisito una grande popolarità e una certa importanza a livello finanziario.

Già il nome dice tanto. Si dice, infatti, che derivi dal fatto che con quel venerdì i conti dei negozi passino dal rosso accumulato nei mesi seguenti all’estate al nero che deriva dal periodo di acquisti natalizio (una volta le passività si annotavano in rosso sui libri contabili mentre le attività in nero).

Il risultato delle vendite rappresenta, poi, un indicatore importante sulle aspettative e sui trend di consumo che, verosimilmente, si possono attendere per il mese che separa questo giorno da Natale. Ciò perché negli Usa circa il 30% del volume delle vendite annuali del commercio al dettaglio ricorrono proprio tra il Black Friday e le festività e un risultato positivo è sicuramente di buon auspicio per i risultati dei consumi a fine anno. In ultimo consente agli analisti di sondare le aspettative degli acquirenti per il prossimo futuro

Ma cosa c'entra l'Italia con una scadenza relativa a una festa nazionale estera? In questo caso non si parla di mera emulazione o di provinciale esterofilia ma di un’idea di Amazon Europe, lanciata nel 2010, come mossa promozionale. Il suo successo, ovviamente, ha spinto gli altri negozi, online e non, a dover competere con il colosso del commercio su internet e, piano piano, questa moda si è diffusa anche tra le botteghe di paese oltre che tra le grandi catene, portando e consolidando questa tradizione anche nello Stivale.

Una volta capito cosa sia veramente il Black Friday e quale sia la sua importanza, però, resta una domanda aperta, un punto che si insinua come un tarlo ogni volta che si apre la stagione dei saldi o inizi una vendita promozionale: “Ma a me conviene acquistare?”. La risposta è, ovviamente, “nì”.

Attendere il Black Friday, come i saldi, per fare compere è ingenuo anche perché non è detto che si riesca a trovare quello che interessi e, spesso, si finisce per accontentarsi di qualcosa di simile ma non esattamente in linea con i desiderata, inoltre c’è l’incognita del prezzo. Amazon si può permettere di offrire sconti corposi, così come le grandi catene come H&M o Mediaworld ad esempio, come mossa promozionale di un solo giorno ma i negozi sotto casa no, salvo ripresentare sugli scaffali i fondi di magazzino per riuscire a smaltirli. Per questo se si intercettasse l’offerta a tempo su un prodotto che già si pensava di acquistare sarebbe sciocco lasciarsela sfuggire; ma farsi colpire da una sorta di sindrome da shopping scontato compulsivo, solo per poter dire di aver comprato qualcosa con una forte riduzione di prezzo, potrebbe significare acquistare un prodotto inutile, come quegli elettrodomestici che vengono usati una sola volta per poi finire su una mensola o sul fondo di un armadio, oppure un prodotto vecchio, fuori catalogo e riproposto come occasione.

Prima della moda del Black Friday c’era stata quella della corsa ai grandi outlet – dove la filosofia di vendita era simile – su cui si potrebbe raccontare un aneddoto: qualche anno fa in un grosso centro outlet nei locali di un famoso marchio di attrezzatura da montagna fu esposta l’offerta sui materiali da gara per lo sci; a prima vista tutto interessante, anche nei prezzi pur avendo un ribasso “solo” del 15%, ma il problema è che l’attrezzatura in vendita era quella di due anni prima, simile solo nei colori alla linea nuova e che si poteva trovare in vendita a prezzi mediamente ancora inferiori.

Questo esempio mostra come la rincorsa agli sconti possa portare non dico a fregature ma all’acquisto incauto di merce con un valore commerciale anche più basso e che viene esposta solo per ridurre le giacenze.Mentre agli analisti e alle grandi rivenditorie interessa saggiare la propensione all’acquisto dei consumatori, per tarare al meglio le campagne natalizie sulla scia dei risultati di questo giorno di “sconti folli”, alla gente comune interessa acquistare qualcosa di desiderato a un prezzo assai conveniente e questa data ne rappresenta l’opportunità (esattamente come il successivo Cyber Monday dedicato all’Hi Tech) senza però dimenticare che anche se a prezzo ribassato è importante l’acquisto consapevole senza cedere alla gola o alla foga del momento.