La “squadra nella squadra” di Gesù

Pietro disse a Gesù: “Maestro, è bello per noi essere qui!”. Era bellissimo il viso di Gesù quel giorno, bello come mai l'avevano visto prima. Era bello anche il suo vestito, bianco come la neve. Ed era bella la compagnia, Pietro Giacomo e Giovanni, senza gli altri discepoli e senza tutta quella gente… malati, bambini, vecchi, insomma gli altri. Solo loro tre e Gesù, la “squadra nella squadra”. Non era un mistero che Gesù avesse una particolare sintonia con loro tre. Tra loro non c'erano segreti, da loro si sentiva capito, conosciuto, consolato. Ed era così bello stare lì, che Pietro sentiva una gran voglia di fermare il tempo, di non farla finire mai quella bellezza, perché la bellezza chiede sempre eternità. Che cos'era quella bellezza? Che nome aveva? Non era una bellezza da effetti speciali. Era piuttosto una bellezza domestica, una bellezza tiepida. Pietro provava ciò che si prova quando si torna a casa e che non dipende dal fatto che la casa sia bella o brutta, ma che sia semplicemente casa. Dove ci si può lasciare andare, senza preoccuparsi più del vestito che si indossa e senza preoccuparsi di dove lo si lascia.

Ma la casa ha sempre dei muri che la delimitano. Separando lo spazio interno, quello dell'intimità, dallo spazio esterno, i muri isolano, proteggono, chiudono. Là fuori ci sono “gli altri”, tutti gli altri, che casa non sono. Sono quelli davanti ai quali devo mettermi il vestito giusto e le scarpe adatte, con cui parlo stando attento a non dare troppa confidenza e che possono pensare questo o quest'altro. E devo stare anche attento a non farmi imbrogliare. Perché là fuori ci possono essere ladri, delinquenti, prepotenti. E poi ci sono le malattie contagiose. Ci sono le vie del centro dove non si può camminare, le auto pericolose anche se sei sulle strisce perché guidano guardando il cellulare, i ladri che rapinano le banche, i truffatori anche insospettabili e i mantenuti a scapito delle gente onesta. E i vecchi, i giovani, i ricchi, quelli che hanno sfondato, quelli che non ce la faranno mai. Quelli che devi stare attento. E' per questo che la casa ha i muri. Ed è per questo che Gesù non vuole che Pietro faccia una casa. Gesù ama le case, ma non ama i muri. Non li ama perché per lui il dentro è fuori. Perché il Padre suo fa piovere sia sui buoni sia sui cattivi, si preoccupa che ogni passero abbia da mangiare, veste di splendore anche i gigli del campo. Il Padre sta in pensiero per ogni pecorella smarrita, per ogni donna che ha perdite di sangue, per ogni cieco che giace sul ciglio della strada mentre la vita passa. Per questo Gesù ama entrare nelle case, ma ama ancora di più uscire dalle case e camminare per le strade, perché non ci sia nemmeno un uomo, nemmeno uno, che non lo possa chiamare fratello.