La risposta ai dubbi del mondo

L’attenzione e la sensibilità scoraggiano l’azione. Chi guarda al mondo e alla sua complessità finisce col sentirsi perplesso, confuso. Come dobbiamo comportarci davanti alle cose che sentiamo o a cui assistiamo ogni giorno? Possiamo ignorarle o analizzare. La prima scelta ci consentirà di mantenere un certa serenità. La seconda comporta delle conseguenze che possono costarci un po’.

Ovviamente riflessione, meditazione, contemplazione e preghiera sembrano sempre di più un mezzo necessario per liberarci dai problemi del mondo – o piuttosto, per gestirli meglio. Ma oggi la distanza tra la dimensione spirituale e le attività nella vita cresce, diventando abissale. Chi agisce non ha tempo né bisogno di pregare. Chi prega, paradossalmente ha sempre più difficoltà nell’agire. Tuttavia, oggi, perché abbiamo così tanto bisogno di integrare spiritualità e azioni?

Le persone che agiscono senza riflettere – automaticamente, spesso stimolate da qualche pubblicità – difficilmente cambiano. La loro condizione fa capire che hanno perso qualcosa nella loro vita. La preghiera presuppone un atteggiamento morale, un’intenzione rivolta a Dio e quindi una qualche reazione interiore al suo insegnamento. Di conseguenza le vicende che affrontiamo, gli sbagli commessi e, soprattutto il non voler mettere ordine nella nostra esistenza, finiscono con l’allontanarci da essa.

Chi invece cerca una vita spirituale si confronta ogni giorno con tante difficoltà. Chi vuole capire, si sente emarginato da coloro che non vogliono (o non possono) farlo. Chi vorrebbe assumere qualche responsabilità sarà allontanato da chi pensa solo alla propria carriera. Chi si rende partecipe della miseria del prossimo verrà rifiutato. Aprirci interiormente ci consente di accedere a ideali senza cui rischiamo di perderci in un mondo in cui si capisce sempre meno. La sensibilità che deriva dalla preghiera ci mostra i limiti delle nostre azioni. Ognuna di esse ci sembrerà solo un’ombra delle nostre intenzioni. E l’atteggiamento di indifferenza o ignoranza degli altri finirà col far crescere questa sensazione.

Cosa fare dunque? Sicuramente dovremmo pregare di più, per trovare nuovi spazi, comprensione e creatività. Ma anche aprirci alla meditazione e alla contemplazione. Saremo così portati a scoprire il mistero della Croce che ogni giorno si ripete nel mondo e la misericordia che ne scaturisce. E’ questa l’unica liberazione dai dubbi che il mondo fa sorgere. E anche il solo modo per gestirli.

Cosa fare? Sicuramente …pregare di più, per scavare i nuovi spazi delle sintesi possibili, delle comprensioni e della creatività. Gettarsi nelle bracia della meditazione, affidarsi alla contemplazione. Così saremo condotti alla scoperta continua e sempre più stupente del mistero della croce nel mondo – e della misericordia che ne scaturisce sempre di più. Questo è l’unica e sicura liberazione dalle perplessità del mondo. E non solo liberazione – ma proprio li modo di gestirla.