La generosità necessaria dell’amore

Non si riuscirà mai esaurire il tema dell’amore. Sì, ogni parola a lui dedicata è necessaria e bella, ma sempre troppo limitata. Forse è così, perché l’amore si deve piuttosto vivere che raccontare e descrivere? E, forse, se proviamo descriverlo o raccontarlo, lo dobbiamo fare sempre imperfettamente, per spingere a viverlo?

Una delle difficoltà dell’amore – e quindi della sua descrizione – è la sua “generosità” organica, che spesso ci sfugge. Infatti, si tratta dello spazio aperto, sconosciuto, pure rischioso che si deve dare alla persona che amiamo e che ci ama. Proprio qui sta la sfida del rapporto fra due persone che deve essere costruito dall’amore e che, nello stesso tempo, costituisce l’amore. Deve, perché non sempre riesce a farlo. Soprattutto oggi, quando l’amore viene ridotto ai propri piaceri, alle proprie visioni o immaginazioni. Sì, esse sono importanti e necessari ma non sono tutto. Devono solo aprire qualche altra prospettiva, proprio quella incontrollabile che all’amore dà il sapore, ma anche difficoltà.

Questa prospettiva è lo spazio richiesto dalla libertà della persona che amiamo. È la libertà delle scelte che pure possono essere sbagliate. Così si costituisce lo spazio poco chiaro del rischio che deve affrontare chi vuole veramente amare.

Ovviamente il rischio non ci piace. Siamo abbastanza contusi dalle nostre vicende. Prendere su noi stessi quelle degli altri? Basta! Noi vorremmo dall’amore solo le cose positive ma lui vuole di più. In questo modo si confronta anche con Dio stesso – o, piuttosto, si rivela la vita interna, viscerale di Dio unico in tre persone “che è amore”. In realtà le vicende con la libertà dell’essere umano risultano dal mistero del cuore divino e, nello stesso tempo, lo trascinano. Per questo movimento misterioso Mosè riesce a “persuadere” Dio di non distruggere il popolo infedele. Lo esprime il padre del figliol prodigo attraverso la sua generosità immensa, quasi al limite dell'ingenuità. Perché le conseguenze del vero amore sono tali: pazzesche, incomprensibili. Le riassume “la follia della croce”, dalla quale Gesù pregava anche per i suoi persecutori.

A chi manca questa generosità, risulta pusillanime e, alla fine, il suo amore diventa caricaturale. Anzi, si rivolge contro la persona che sembrava essere amata. Ne abbiamo un valido e triste esempio nella persona del fratello maggiore del figliol prodigo. Lui non riesce seguire la generosità del padre. Alla fine scopriamo che sempre rimaneva nel cerchio dei propri profitti. Invece è proprio la generosità dell'amore che ci toglie dalle nostre comodità e dai nostri amori finti. Lo spazio scuro, nello stesso tempo misterioso e sfidante,  sempre portato dalla persona che proviamo ad amare – e che vogliamo amare -, è la condizione dell’amore vero. Lo condiziona e la verifica. E, simultaneamente, lo porta proprio al centro della vita intima e viscerale della Trinità Divina.