Un errore chiedere di rispettare Cesare, senza rispettare Dio

Non è stato un buon segnale di rispetto per i cattolici, l’annuncio che nella seconda fase di gestione della pandemia, i negozio si riaprono, il lavoro torna ad un regime più prossimo alla normalità, i familiari giustamente si riuniscono di nuovo, ma per i momenti di preghiera, di culto, e delle celebrazioni eucaristiche no! Questa situazione ha dell’incredibile: il governo ha contattato e comunque contrattato con commercianti, industriali, artigiani, lavoratori e decine e decine di realtà, ma non ha consultato la chiesa Cattolica! Come se andare a messa, partecipare alle preghiere, dare conforto ai fedeli, fosse equiparabile agli sport, al tempo da passare nei pub, nelle discoteche, nelle attività culturali, teatri, nei cinema.

Una gaffe macroscopica, che è difficile non valutare esserci una componente di furbizia e di malafede nella sottovalutazione di questa esigenza primaria per i fedeli. Certamente, come per le altre attività si dovrà regolamentare il modo di svolgerle e organizzarsi per le celebrazioni eucaristiche e momenti di culto in generale. La provocazione è ancora più cocente, se si pensa alla più fedele ed assoluta partecipazione della Chiesa italiana alla applicazione dei decreti per combattere la pandemia. La chiusura delle chiese nella storia bimillenaria del cristianesimo in Italia non si era mai verificata, e tuttavia per amore della concordia e per responsabilità verso il paese, la disponibilità è stata massima.

Ma nell’inizio della ripresa, di ogni attività umana, ancor più quella spirituale dovrà essere riprogrammata, ripeto, pur nella modifica della organizzazione delle partecipazioni ai momenti di culto. Ora si spera che il governo riconsideri i propri propositi, e dia un segnale di rispetto e lo faccia presto. Se ci sono realtà, di ogni tipo, che confidano i questi segnali sbagliati per i loro piccoli calcoli, il popolo di Dio con compostezza e compattezza, saprà ricordare ai governanti ed alla politica in generale, che sarà un grande errore chiedere di rispettare ‘Cesare’, senza rispettare Dio.