Povere formiche, attaccate dalle cicale

È proverbiale che gli italiani siano un grande popolo risparmiatore, tra i primissimi nel mondo. Questa virtù risiede nelle sue radici profondissime di paese di cultura contadina e di realtà che nei secoli ha dovuto affrontare i disastri più gravi che ha spinto le persone a premunirsi dalla precarietà attivandosi con i risparmi per garantirsi maggiore protezione dagli eventi negativi inattesi. Tuttavia in questi ultimi anni, a causa di alcuni eventi inaspettati, e della gestione errata di politiche economiche, il risparmio italico è stato falcidiato pesantemente.

Nonostante i depositi bancari delle famiglie italiche, dal 2008 al 2018, si siano ridotti del 20%, comunque rimaniamo ancora tra le realtà più vive, anche se continuando le politiche dell’ultimo ventennio, anche questo primato si dissolverà nel nulla. Va detto innanzitutto che i risparmiatori comuni italiani hanno perso una buona parte dei propri accantonamenti in banca avendo dovuto fare fronte, da vero ammortizzatore sociale familiare, alla crisi irrisolta dell’ultimo decennio. L’altra parte di risparmio si è ridotta non avendo più trovato congeniale l’investimento nel mercato degli alloggi, pesantemente tassato nell’ultimo ventennio. Questo aspetto è stato molto sottovalutato dai vari governi, che pur di trovare proventi fiscali immediati, hanno colpito l’edilizia dimenticando che gli italiani non amano investire ne in borsa ne nella finanza.

Altro canale  di investimento ostruito nel tempo ha riguardato i buoni fruttiferi postali e i buoni del tesoro, ritenuti nel tempo canali di investimenti vantaggiosi e sicuri. Anche questi strumenti sono stati messi fuori uso da remunerazioni risibili dovuti alla politica della Banca Centrale Europea di praticare tassi pressoché pari allo zero per liberare i paesi con alto debito pubblico dall’attacco speculativo dei mercati finanziari ai danni di paesi indebitati come l’Italia per reperire nel mercato il quantitativo di denaro necessario per finanziare il debito. Solo che i risparmiatori italiani, al contrario di altri paesi europei virtuosi, sono stati attaccati da ogni lato come si è detto, senza neanche potersi rifare sugli effetti benefici della riduzione del debito della applicazione della ‘dottrina Draghi’.

Quello che sta demolendo i risparmiatori risiede nella imbarazzante circostanza che i nostri governi hanno sperperato in politiche elettoralistiche ogni spazio finanziario procurato dal risparmio sul costo del debito anziché ridurlo. Stando così le cose, il tema di liberare l’edilizia e di garantire tassi almeno all’2- 2,5% di interessi dai buoni postali e buoni del tesoro è davvero importante; diversamente nessuno risparmierà in prospettiva più nulla, e saremo solo sottomessi dal debito insoluto e dal rastrellamento dei risparmi delle banche dirottati verso i mercati finanziari con buoni guadagni per loro, mentre le ‘formiche italiane’ dovranno pagare loro le banche per custodire loro in cassa qualche soldo che a fatica intanto avranno risparmiato. Ora qualcuno già parla di nuovo di ‘patrimoniale’. Basta sapere che la patrimoniale significhi solo esclusivamente tassare ancora di più le case dei risparmiatori italiani.