Non moltiplichiamo i nostri guai

Ci sono state molte polemiche sul da farsi per fronteggiare la crisi coronavirus, e ne abbiamo viste di cose di ogni genere e colore. Tutto ha congiurato contro una gestione del problema fatto di buon senso, di contegno istituzionale, di speculazioni talvolta sgangherate e spregiudicate da parte di rappresentanti di Partiti. Alcuni si sono mossi come se quello che dovevano dire e fare, non potesse avere ricadute economiche, suscitare panico tra i cittadini, indebolire ancora di più la credibilità delle istituzioni e della politica. Dunque nulla di nuovo sotto il bel sole d’Italia: a secondo della importanza di ogni accadimento, più che ad operare per stringere i cittadini alle Istituzioni attraverso la coesione nazionale e creare così un clima di cooperazione come dovrebbe avvenire in circostanze per la Comunità critiche, ogni occasione è buona per mettere in cattiva luce i propri avversari, per mettersi goffamente in vista nello svolgimento delle proprie funzioni pubbliche.

Abbiamo assistito all'intervista televisiva del Governatore della Lombardia con mascherina indossata; il Presidente del consiglio che in Conferenza stampa dichiarava e dis-chiarava sull’ospedale che secondo lui avrebbe catalizzato la diffusione del virus in Italia; oppositori politici che addossano al governo ogni inefficienza, ed altri ancora che approfittando della situazione hanno proposto non meglio precisate maggioranze nuove di unità nazionale per fronteggiare la crisi. Insomma molte critiche sono state mosse perché secondo gli oppositori del Governo si sarebbero esasperate le misure e gli allarmi lanciati sulle situazioni relative al rischio di epidemia, alimentando il panico ed esponendo malamente la nostra economia e sicurezza. Ma a ben vedere chi ha mosso queste critiche, magari non si è accorto che il governatore del proprio schieramento politico si è mosso nello stesso modo dei governanti nazionali. La verità è che da qualche tempo, in Italia,  si lanciano allarmi e preoccupazioni esagerati per ogni evento meteorologico, per evitare rischi (anche quelle delle polemiche); era assai prevedibile che in casi come quelli di questi giorni, si sarebbero ripetuti con gli interessi.

Dunque, speriamo che queste ultime esperienze, si impari a comportarsi diversamente. Negli altri paesi non vediamo leader di partito, presidenti del consiglio o governatori, fare la cronaca minuto per minuto durante le crisi da rischio epidemie. In altre nazioni le gestiscono in regime di operosità silenziosa: mandano dai media tecnici magari con loro stessi raccordati. Anche perché errori come quelli che spesso si notano, costano molto. E sapendo che i guai sono tanti, si dovrebbe far di tutto per non moltiplicarli