Non era meglio concentrare i denari su cose più importanti?

La grande difficoltà economica italiana, in verità preesistente alla pandemia, si sta sviluppando drammaticamente attraverso due fattori che difficilmente si manifestano contemporaneamente. Con la inattività di una cospicua parte delle produzioni industriali e dei servizi si è manifestata una crisi di offerta: cioè che le aziende non sono andate in difficoltà per scarsa domanda (quando nel mercato interno si comprano meno prodotti), ma per la impossibilità di offrire prodotti o servizi a causa del blocco di attività per bloccare il virus nel momento più virulento della sua espansione. Dunque se per effetto di una crisi mai spenta in Italia dal 2008, oltre ad una sofferenza persistente della domanda, si è aggiunta anche una crisi di offerta. Insomma, i due fattori concomitanti hanno dato vita ad una tenaglia potentissima che stringe mortalmente l’economia italiana, resa ancora più letale dal debito pubblico esorbitante.

Ecco perché in tutti i paesi industrializzati, compresa l’Italia, i governi stanno progettando con propri provvedimenti di aiuto immediato alle imprese e ai lavoratori, per non permettere in alcun modo una debilitazione tale da non renderli pronti alla ripresa delle attività di produzione. Gli altri provvedimenti che tutti i governi hanno prospettato, hanno riguardato cospicui investimenti sui settori strategici riguardanti il digitale, la incentivazione della diversificazione delle produzioni energetiche rinnovabili e sostegni al risparmio energetico, e investimenti nelle infrastrutture materiali ed immateriali (soprattutto diffusione ovunque della banda larga).

Ora, se andiamo a valutare le decisioni compiute sul decreto ‘rilancio’, notiamo che oltre gli aiuti ad imprese e lavoratori che peraltro non sanno ancora quando arriveranno i soldi a loro destinati, è una opportuna sospensione dell’IRAP, le altre decisioni, somigliano tanto ai conosciutissimi provvedimenti che negli anni abbiamo conosciuto di interventi a pioggia: bonus biciclette, bonus vacanze, reddito di emergenza (riedizione del fallimentare è nocivo reddito di cittadinanza) etc.

Infine che dire dell’eco bonus per l’efficientamento energetico nelle abitazioni: non si può dire tutto il bene possibile. Questa scelta ci porta fuori dalla dipendenza degli idrocarburi inquinanti e fa risparmiare alle famiglie molto denaro, ed incrementa una economia anticiclica in quanto mobilita tantissimi settori produttivi e tantissima manodopera. C’è però un piccolo particolare: i soldi stanziati per il 2020-21 è solo una piccola manciata di milioni di fronte ad una grande richiesta che ci sarà di lavori da parte delle famiglie. Non era meglio concentrare le risorse nelle cose più importanti?