Liberare il ceto medio

Il giornalista Aldo Cazzullo, sul Corriere della Sera, ha posto il tema di tassare meno il ceto medio, ed ha fatto bene. È la prima volta che in un grande giornale si pone un problema come questo in termini così espliciti; finora è stato un tabù. In verità Cazzullo ha sottolineato l’esigenza di moderare le tasse per la ‘middle Class’ definendo poi la ‘no tax area’ diseducativa, in quanto ogni cittadino dovrebbe pagare, anche se pochissimo, in misura proporzionale al suo reddito. Ha rincarato poi la dose, sostenendo nella sostanza, che la totale esenzione per la parte dei contribuenti che guadagna poco, diventa in molti casi per tanti altri il canale favorevole per tanti che pur guadagnando di più, con la elusione ed evasione, approfittano della no tax area, mischiandosi tra coloro che denunciano al fisco redditi bassi. Ed io aggiungo, che questa area grigia, non solo froda il fisco sotto mentite spoglie, ma beffa i contribuenti corretti, pretendendo ed ottenendo anche prestazioni sociali, che negli ultimi anni, complice la penuria di risorse pubbliche, vengono progressivamente negati al ceto medio che intanto è la realtà sociale che paga le tasse per tutti. Infatti anche le imprese, in molti casi, quando reinvestono gli utili, non pagano. Reinvestire è fondamentale per la salute della economia, ma non pagano. Dunque, il problema visto da questa visuale è davvero grave per la giustizia, per la diseducazione civile, per la pericolosa compressione ai danni del ceto medio, che in ogni comunità di ogni parte del mondo, quando è ‘liberata, diventa fattore di sviluppo. Quando invece è messo in un angolo come in Italia, viene a mancare la parte della comunità più intraprendente e capace di essere motore di sviluppo. Insomma, è il caso di liberare il ceto medio dal peso fiscale che paga anche per altri.