La via della concordia nazionale

Ecco che ai primissimi indicatori positivi, seppur deboli, riguardo l’andamento del Coronavirus, si incomincia a fare il bilancio delle cose perdute e ci si adopera per trovare le soluzioni per ricominciare una nuova vita. Purtroppo le persone perse non potranno essere recuperate, ma la vita continua e nel ricordo di chi l’ha persa, sono sicuro che non si faranno gli stessi errori, come nella gestione della pandemia e nella patente impreparazione all’emergenza degli italiani e degli altri popoli. Ora invece sul piano della economia, che già risultava debole da prima, in quanto non aveva riassorbito i colpi della crisi iniziata nel 2008, da questa esperienza ne esce a pezzi.

È il Centro Studi di Confindustria che ci rassegna pubblicamente una analisi puntuale su tutti i fattori, ulteriormente devastati a causa della necessità di fermare le produzioni, per frenare in ogni modo l’espansione del virus. Il primo dato vistoso che da il senso di ciò che ci sta accadendo, è la stima della discesa vertiginosa di meno 6% del Pil per il 2020. A ben vedere è come se in due tre mesi fossimo stati in guerra, se confrontassimo i dati odierni con la caduta del Pil italiano dal 1940 al 1945 a meno 54%. D’altronde la stima di Confindustria ci dice che  questo disastroso dato si giustifica con il 10% in meno di consumi, circa il 5% in meno di esportazioni di beni e servizi e 6% di minori importazioni degli stessi settori, meno 2,5% di occupati, indebitamento della pubblica amministrazione con il 147% in più. Questi dati negativi per cambiarli in positivo, richiedono innanzitutto la via della concordia nazionale, l’uso appropriato delle risorse che sicuramente riusciremo a trovare in Italia ed in Europa,  mantenere al lavoro tutte le persone ed investendo nei settori strategici. Ma avremo bisogno, come nelle situazioni più impegnative, dello sguardo materno di Maria Madre Nostra, che ci rassicura e ci indica il cammino del bene.