Il Parlamento, una fiaccola che non si spegne mai

In questi giorni, la pandemia che sta mettendo a dura prova le famiglie e l’intero Paese pone con grande sollecitudine la esigenza di fronteggiare in modo adeguato la molteplicità delle situazioni che si presentano e che si mostreranno in futuro. A tale proposito, giorni fa, si è invocata la costituzione di un governo di emergenza che coinvolga tutte le forze politiche. D’altro canto nell’Italia di fine anni Settanta ci fu un’esperienza di questo tipo, provocata dal terrorismo devastante del brigatismo rosso: il governo di solidarietà nazionale che vide insieme due forze storicamente contrapposte come la Democrazia Cristiana ed il Partito Comunista.

La stessa Germania ha conosciuto una esperienza analoga praticata fino ai giorni d’oggi, e che trova nella coalizione governativa due storiche forze contrapposte: i democristiani del Cdu-CSu ed il Partito Socialdemocratico. Però va detto che ambedue le esperienze: sia quella italiana, sia quella tedesca, furono precedute da un confronto lungo ed approfondito con un programma dettagliato discusso dalle stesse basi dei rispettivi partiti. L’altro elemento importante, è che queste forze avevano già provato a collaborare nei territori, ed il Bundenstag era stato il luogo centrale della discussione politica. Infatti da tempo le contrapposizioni erano state sostituite da una dialettica conducente e collaborativa che aveva preparato quelle decisioni inedite.

Nell’attuale scenario politico, nulla somiglia a quel passato. Anzi, persino per le decisioni prese dal Governo in questi giorni drammatici, abbiamo assistito ad imbarazzanti contrapposizioni, precedute da offerte di dialogo fallite. Penso che nelle circostanze dolorose come quelle che viviamo, i cittadini  si aspettino uno stile diverso, proprio per sottolineare che nel buio in cui siamo piombati, l’armonia sia l’unica possibilità che abbiamo per saper decidere soluzioni difficili ed opportune. Di fronte al paese, credo che sia importante dare segni che di fronte al rischio che si sta correndo, lo Stato centrale e le le sue articolazioni locali,  come le forze politiche nazionali, si pongano senza porre alcuna pregiudiziale, come un tutt’uno a garanzia degli interessi primari della Nazione.

Il luogo privilegiato non può essere che il parlamento che rappresenta il popolo italiano, e non le nomenclature politiche. Il Parlamento credo, oggi piu che mai debba essere il luogo di discussione viva per una maggiore collaborazione tra tutti. Ecco perché l’appello del Senatore Zanda di non rallentare i lavori del parlamento se non addirittura di non chiuderlo per la pandemia, è fortemente condivisibile. Infatti se proprio in questi giorni il Parlamento si ponesse al centro della vita democratica, potrà dare il segno tanto necessario, che questa primaria istituzione Repubblicana è e deve restare una fiaccola che non si spegne neanche di fronte ad accadimenti gravi. Dunque sia luogo di confronto, sia il luogo principe in cui si riconosca il paese.