I nostri valori, indispensabili per rigenerare l’Italia

Nessuno può negare che i periodi infecondi per la cultura e le arti, per le grandi realizzazioni della tecnica, delle infrastrutture, della architettura e per l’economia, corrispondano ai tempi in cui l’uomo perde la cognizione di se stesso, della sua identità, della sua storia, del suo legame con il Creatore.
Ad esempio, guardiamo con profondità ed attenzione a questo ultimo ventennio italiano. Non sono state realizzate grandi opere infrastrutturali, e addirittura si sono trascurate persino quelle costruite in altre epoche nelle necessarie manutenzioni; non si è manifestato un grande rinnovamento nelle numerose arti; le attività economiche e produttive indietreggiano a causa di un difficoltoso ricambio delle leadership; le nostre tradizioni ed i principi della nostra spiritualità, che sono la spina dorsale di ogni popolo, sono vacillanti, privi di sufficienti custodi coraggiosi ed ispirati; la democrazia è alimentata da attività e teorizzazioni che non l’alimentano.
Insomma per ora non abbiamo ancora segni che annunciano una fase (che aspettiamo con grande speranza) di ‘riinizio’ che come è sempre accaduto, nella storia dell’uomo si avvera quando si riconcilia con il Creatore. Quando questo avviene l’uomo supera ogni ostacolo, viene pervaso da una tale volontà ed intelligenza da ottenere un ingegno da cui nascono quelle meravigliose realizzazioni da permettere alla ruota della storia di girare vorticosamente.
In questi giorni mi sono trovato a rileggere della suggestiva storia della cupola del Brunelleschi del Duomo di Firenze, che proprio quest’anno commemora i sei secoli dall’inizio dei lavori di costruzione. Ebbene quella cupola, per le conoscenze tecniche di quel tempo, non poteva stare in piedi, ma Brunelleschi, ispirato fortemente dai primi segni dello spirito di quel tempo, la costruì edificando un’ opera ancora non eguagliata per qualità architettoniche ed ingegneristiche che nessuno più ha osato sfidare.
Ancora adesso i tecnici più ardimentosi che costruiscono palazzi tra i più moderni del mondo, si inchinano su soluzioni trovate a che la cupola si reggesse esclusivamente con la sua stessa capacità portante del peso, che ancora viene viene studiata per eguagliarla con nuove realizzazioni. Infatti era uno dei primissimi segni del risveglio italico, che culminò nel rinascimento italiano che ha ispirato sinora ogni civiltà nel mondo impegnata alla esaltazione dell’ingegno umano.
Ma ritornando a noi, a questo infecondo tempo: quando potremo di nuovo scorgere i segni di una fase nuova che tanti di noi attende con speranza? Penso che la ruota della nostra storia tornerà a girare quando noi avremo più coraggio, quando ci ispireremo alle nostre migliori tradizioni, quando sostituiremo il recriminare con la collaborazione e pace con gli altri, quando alla paura si sostituirà la speranza, quando alla idolatria riporremo pienamente fiducia sullo spirito del Creatore. L’Italia ha proprio bisogno di ritrovare se stessa in questi valori per rigenerarsi.