Astenersi da overdose interventiste

Dall’inizio della pandemia ho pensato che non fosse normale che rappresentanti delle istituzioni, durante tutta la giornata di ogni santo giorno, fossero sempre in collegamento tv in dibattiti sulla epidemia quando non in conferenza stampa. Una forzatura inopportuna per svariate ragioni: innanzitutto perché sottraggono tempo preziosissimo alla valutazione delle situazioni in corso, a consultare tecnici e specialisti sull’andamento della pandemia, a consultare rappresentanti dei poteri locali o statali, nell’adempiere ai compiti burocratici di approvazione ora di questo ora di quel documento. Non è opportuno, anche perché è un bene invece affidare compiti di comunicazione a consulenti tecnici della sanità, commissari o responsabili di enti riconducibili alla gestione diretta, in modo tale da far diventare più credibile dal punto di vista scientifico-esperienza le raccomandazioni e le notizie sulla evoluzione della malattia e sulle attività per combatterla.

E’ preferibile, proprio in casi come quelli che viviamo, che chi in qualche modo è riconducibile alla politica, si astenesse da overdose interventiste, per evitare che i cittadini diano un grado diverso a quello che si comunica a secondo delle opinioni politiche che si hanno. Infatti l’attenzione che bisogna dare alla esigenza della concordia nazionale deve essere in circostanze drammatiche, deve superare ogni altra esigenza. Purtroppo proprio in queste ore abbiamo notato lo scambio di accuse più o meno velate tra istituzioni e prese di posizioni pubbliche tra il disorientamento dei cittadini. Cosicché il governatore  lombardo critica lo Stato, di rimando alcuni comuni lombardi criticano lui; il risultato è che i giornali fanno subito da cassa di risonanza di queste accuse e a quel punto persino luminari che mettono in chiaro quello che occorreva fare e quello che non si è fatto. Così non va!