Ucraina, distrutto dai russi il centro Caritas Mariupol: 7 le vittime

"I nostri cuori sono rattristati da questa terribile perdita e il nostro pensiero è rivolto alle famiglie di tutte le vittime", ha commentato su Twitter Caritas Internationalis

La sede di Caritas Ucraina

È stata distrutta la sede della Caritas Ucraina di Mariupol e ci sono vittime. A dare la notizia è stata la Caritas Ucraina su Twitter e, raggiunta ieri sera dal Sir – l’agenzia dei vescovi italiani -, la presidente dell’organizzazione Tetiana Stawnychy ha confermato l’informazione.

L’edificio è stato colpito da un carro armato russo. In quel momento, c’erano persone che si nascondevano nel centro dai bombardamenti e cercavano un posto sicuro. Sette persone sono morte, tra cui due dello staff. “È una tragedia per tutti noi”, dice Tetiana Stawnychy, “specialmente per la nostra comunità Caritas di Mariupol. Non abbiamo altre informazioni al momento e non è possibile recarsi sul posto”. Il centro – racconta la presidente Caritas – in realtà non stava lavorando. La città è sotto bombardamento e le persone avevano trovato lì un rifugio.

“I nostri cuori sono rattristati da questa terribile perdita e il nostro pensiero è rivolto alle famiglie di tutte le vittime”, ha commentato su Twitter Caritas Internationalis, la federazione mondiale delle organizzazioni umanitarie della Chiesa cattolica.

Caritas Internationalis: “Dolore morte 2 operatrici sede Mariupol”

“Questa drammatica notizia lascia la famiglia Caritas inorridita e scioccata. Ci uniamo nel dolore e nella solidarietà alla sofferenza delle famiglie e dei nostri colleghi di Caritas Ucraina che stanno vivendo questa tragedia”. Con queste parole, il segretario generale di Caritas Internationalis, Aloysius John, esprime il dolore della Confederazione alla notizia della morte di due collaboratrici di Caritas Ucraina Mariupol. Si è saputo solo nelle ultime ore, ma il tragico attacco è avvenuto probabilmente il 15 marzo, quando da un carro armato sono stati esplosi colpi contro l’edificio del centro Caritas a Mariupol, uccidendo le due collaboratrici e cinque dei loro familiari. In questo momento, a causa dell’assenza di comunicazioni con la città di Mariupol e l’impossibilità di avere accesso ai locali del centro Caritas, l’ufficio nazionale di Caritas Ucraina non ha ancora elementi sufficienti per determinare cosa sia successo e continua a raccogliere informazioni. Presumibilmente, le operatrici Caritas e le loro famiglie si erano rifugiate nel centro durante i bombardamenti alla città.

“Caritas Internationalis ribadisce il suo incessante appello alla pace, come facciamo ormai da 48 giorni”, aggiunge John. “Il ‘martirio’ in Ucraina, come lo ha definito Papa Francesco, deve finire, e deve finire adesso. La comunità internazionale deve fare l’impossibile per fermare immediatamente questo massacro. Si deve dare una possibilità alla pace. Il conflitto armato e la violenza non sono la soluzione. Le vite umane devono essere salvaguardate, la dignità umana rispettata e la sicurezza dei civili deve essere garantita”. Le organizzazioni Caritas condannano anche le diffuse violazioni della legge umanitaria internazionale in diverse aree dell’Ucraina. Dall’inizio del conflitto, le due organizzazioni Caritas presenti in Ucraina, Caritas Ucraina e Caritas-Spes Ucraina, sono state al fianco della gente e finora, anche con la collaborazione della Confederazione Caritas, hanno fornito assistenza umanitaria a circa 600.000 persone.

“Le organizzazioni Caritas in Ucraina e nei Paesi vicini continueranno ad assicurare assistenza salvavita alla popolazione del Paese e ai rifugiati in fuga dalla guerra. Siamo profondamente grati a tutti gli operatori e i volontari Caritas che continuano incessantemente a servire le persone bisognose, anche a rischio della loro stessa vita”, aggiunge Aloysius John.

La presidente di Caritas Ucraina, Tetiana Stawnychy, chiede un’attenzione speciale in memoria delle vittime. “Abbiamo bisogno della vostra solidarietà e delle vostre preghiere per le famiglie delle vittime, per la comunità di Caritas Mariupol e la comunità di Caritas Ucraina”.