Si tuffa nel lago e non riemerge. Quattro morti in dieci giorni nel Garda

Negli ultimi dieci giorni, quattro persone sono morte n nelle acque sulla sponda lombarda del lago di Garda

Fatale il bagno di mezzanotte. Questa notte è arrivata ai Carabinieri della Compagnia di Desenzano la segnalazione, fatta dall’amico di un 42enne – un turista polacco – che non è più rientrato sulla spiaggia della nota località Desenzanino. Entrambi avevano deciso di fare il bagno in notturna, ma quando l’uomo è uscito dall’acqua, non ha più visto l’amico; ha provato a cercarlo senza però vederlo né in superficie né sul fondale e allertando i soccorsi.

Ricevuta la segnalazione, la Sala Operativa della Guardia Costiera che ha avviato le ricerche di superficie. Tramite la Centrale Operativa delle Capitanerie di Porto, è stato disposto anche l’invio del 5 Nucleo Sub della Guardia Costiera di Genova, presenti in questi giorni sul lago per un’altra ricerca nell’alto Garda. Tramite la Sala Operativa dei VVF di Brescia, sono stati inviati anche i sommozzatori di Milano e un’unità navale dei VVF di Salò.

Dopo un’attenta prospezione dei fondali, eseguita con i fari di ricerca dai due mezzi di soccorso giunti sul posto, l’Equipaggio del GC A58 ha individuato la sagoma di un corpo adagiato sul fondale, poi recuperato dall’Equipaggio dell’unità navale dei VVF e trasportato in spiaggia dove i sanitari del 118 ne hanno constatato il decesso. Sul posto anche i Carabinieri di Desenzano che hanno avviato le attività di Polizia Giudiziaria tese a ricostruire la dinamica dell’evento.

In dieci giorni quattro morti annegati nel lago di Garda

Negli ultimi dieci giorni, quattro persone sono morte n nelle acque sulla sponda lombarda del lago di Garda. L’ultimo annegato è il turista polacco morto a Desenzano la notte scorsa.

Solo domenica era stato recuperato il cadavere di Alessandro Redaelli, 41enne di Lecco che una settimana prima si era tuffato dalla barca mentre era in compagnia della moglie e dei figli e non era più riemerso.

La scorsa settimana due vittime si erano registrate a Limone del Garda. Prima un barista trentaseienne, Antonio Pala di origini sarde, tuffatosi dal pontile durante una pausa dell’orario di lavoro e poi mai riemerso; era stato recuperato senza vita poche ore dopo.

Infin,m un turista inglese, Aran Chada, 52 anni originario del Leicestershire, che si era tuffato in acqua per salvare il figlio quattordicenne in difficoltà e poi è annegato. Il suo corpo ancora non è stato restituito dalle acque.