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Smartphone e social, l’uso precoce abbassa il rendimento scolastico

La ricerca “Eyes Up” ha analizzato l’impatto negativo dato dalla pervasività dell’utilizzo delle nuove tecnologie da parte dei più giovani

Foto di camilo jimenez su Unsplash

L’indagine “Eyes Up”, presentata in un convegno presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, offre per la prima volta evidenze statistiche sugli effetti dell’accesso precoce ai dispositivi digitali sulle performance scolastiche.

La ricerca

Usare precocemente i social network incide negativamente sulle competenze relative alla lingua italiana e alla matematica degli adolescenti. Gli studenti che aprono un profilo social in prima media ottengono punteggi mediamente più bassi nelle prove standardizzate di italiano e matematica rispetto a chi aspetta i 14 anni. Lo rivela la ricerca Eyes Up (EarlY Exposure to Screens and Unequal Performance), condotta dall’Università di Milano-Bicocca con l’Università di Brescia, l’associazione Sloworking e il Centro Studi Socialis, con il finanziamento della Fondazione Cariplo. I risultati della ricerca sono stati diffusi in occasione di un convegno all’Università degli Studi di Milano-Bicocca.

I giovani coinvolti

L’indagine ha coinvolto 6.609 studenti del secondo e terzo anno delle superiori lombarde (Milano, Monza e Brianza, Brescia, Cremona e Mantova) e ha combinato i dati raccolti con un questionario con quelli scolastici ufficiali dei test Invalsi. L’impatto negativo dei social, pur essendo trasversale, è più forte per gli studenti maschi. L’indagine ha messo in evidenza anche la pervasività dell’uso dello smartphone: oltre il 50% dei ragazzi lo utilizza spesso o sempre appena sveglio, il 22% lo consulta con la stessa frequenza anche durante la notte, interrompendo il riposo. Inoltre, il 51% ammette di usarlo durante i pasti in famiglia.

Le dichiarazioni

“Dobbiamo ora lavorare per capire come favorire un uso più consapevole delle tecnologie digitali, attraverso nuove norme sociali, strumenti educativi efficaci e policy mirate” ha dettto Marco Gui, professore di Sociologia dei processi culturali e comunicativi all’Università Milano-Bicocca, oltre che coordinatore della ricerca. Uno degli aspetti più rilevanti emersi dalla ricerca riguarda il fenomeno della cosiddetta “disuguaglianza di iperconnessione”: i ragazzi con meno risorse socioculturali tendono a essere più esposti a un uso intensivo e meno regolato degli strumenti digitali. I dati mostrano infatti che gli studenti con genitori meno istruiti ricevono il primo smartphone prima rispetto ai coetanei con background più privilegiati. “Gli studenti che iniziano prima ottengono risultati peggiori a fine ciclo rispetto a chi aspetta i 14 anni. Il fenomeno è più diffuso tra figli di migranti e di famiglie meno istruite, e questo suggerisce che stiamo osservando un meccanismo che amplifica le disuguaglianze educative” ha commentato Giovanni Abbiati, professore di Sociologia dei processi economici e del lavoro dell’Università degli Studi di Brescia.

Le attività digitali

Per quanto riguarda le attività digitali, la ricerca ha evidenziato che il 94% degli studenti utilizza Internet per cercare informazioni di interesse personale, mentre l’83% legge notizie. Praticamente tutti ascoltano musica online (99%) e guardano video brevi su piattaforme come TikTok, Instagram Reels e YouTube Shorts (98%). E, se le ragazze usano di più i social network, (come Instagram e TikTok) per condividere contenuti e interagire con i coetanei, i ragazzi invece usano di più lo smartphone per giocare ai videogiochi o guardare contenuti di lunga durata in streaming.

Fonte: Ansa

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